fede

Quando le religioni hanno pregato "insieme" ad Assisi

Antonio Tarallo Ansa - MAURIZIO BRAMBATTI
Pubblicato il 14-05-2020

Lo Spirito di Assisi aleggia sulla preghiera ecumenica di oggi

“Poiché la preghiera è un valore universale, ho accolto la proposta dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana affinché il 14 maggio i credenti di tutte le religioni si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus. Ricordatevi: il 14 maggio, tutti i credenti insieme, credenti di diverse tradizioni, per pregare, digiunare e fare opere di carità”.

Così, Papa Francesco, all’Angelus del 3 maggio scorso, ha sposato l’iniziativa promossa dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana: tutte le religioni, tutte le fedi, unite in una sola, universale preghiera. Quello del dialogo, del rispetto fra le religioni - bisogna dire - è storia antica. E parte da lontano. Una storia - tra l’altro - che ha visto indiscussa protagonista la città di Assisi, la città di San Francesco che per quanto concerne il rispetto e il dialogo con le altre religioni, ha sempre rappresentato un punto fermo delle religioni di tutto il mondo.

Lo “Spirito di Assisi” - questa fu la definizione di Giovanni Paolo II per il famoso incontro del 1986 - aleggia - indubbiamente - su questa nuova preghiera di oggi. Non è possibile pensare il contrario. Bisogna precisare però che il cammino ecumenico è un cammino che da non poco è stato intrapreso dalla Chiesa Cattolica e dalle altre religioni. Ha radici antiche.

Una tappa fondamentale di questo itinerario fu il Concilio Vaticano II, indetto da papa Giovanni XXIII, nel lontano 1959: importante crocevia storico che con la sua forza “dialogatrice” poneva le basi sia per una ricostruzione dell’unità dei cristiani (Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente), sia per gettare nuovi ponti con altre religioni. Il Concilio Vaticano II - potremmo dire - è stato per l’Ecumenismo, il seme della fulgida pianta che crescerà, proprio ad Assisi, ben trentadue anni dopo. Sarà Giovanni Paolo II ad avere il coraggio della prima preghiera ecumenica. In quell’occasione i leader mondiali delle diverse religioni saranno chiamati a pregare per la pace nel Mondo.

“Il trovarsi insieme di tanti capi religiosi per pregare è di per sé un invito oggi al mondo a diventare consapevole che esiste un’altra dimensione della pace e un altro modo di promuoverla, che non è il risultato di negoziati, di compromessi politici o di mercanteggiamenti economici. Ma il risultato della preghiera, che, pur nella diversità di religioni, esprime una relazione con un potere supremo che sorpassa le nostre capacità umane da sole. Noi veniamo da lontano non solo, per molti di noi, a motivo di distanze geografiche, ma soprattutto a causa delle nostre origini storiche e spirituali”.

Così il pontefice si rivolgeva ai partecipanti di tutte le fedi del mondo, riuniti lì, nella storica piazza antistante il Sacro Convento. Con questo evento, si sancì l’unione tra Assisi e il dialogo interreligioso. L'avvenimento stupì il mondo. C'è anche chi lo considera come una sorta di svendita della verità, avendo messo la Chiesa cattolica sullo stesso piano delle altre religioni. Ovviamente, lo Spirito di Assisi voleva esprimere ben altro: la Chiesa con quel gesto forte, potente, riusciva a darsi un nuovo volto. Quello della “convivenza”, quello del dialogo con le altre fedi esistenti. E, in questo discorso, il mondo francescano ha sempre dato il suo impulso “creativo”, potremmo dire.

Poi venne il tempo della preghiera ecumenica del 1993, di fronte alla crisi jugoslava. Il pontefice polacco ritorna ad Assisi con alcuni leader religiosi per pregare per la pace.

A questa giornata segue quella del 2000: Giovanni Paolo II vuole incontrare, questa volta a Roma, i vari rappresentanti delle religioni mondiali. Il mondo, poi, cambia.

E rapidamente: 11 settembre 2001, l’attentato delle Torri Gemelle. Il pontefice ha timore di una nuova guerra, e così - ancora una volta ad Assisi - il 24 gennaio 2002, indice una preghiera universale per la pace. Giovanni Paolo II, rivolgendosi ai leader mondiali delle diverse fedi, dirà: “Siamo venuti ad Assisi in pellegrinaggio di pace. Siamo qui, quali rappresentanti delle varie religioni, per interrogarci di fronte a Dio sul nostro impegno per la pace, per chiederne a Lui il dono, per testimoniare il nostro comune anelito verso un mondo più giusto e solidale. Vogliamo recare il nostro contributo per allontanare le nubi del terrorismo, dell’odio, dei conflitti armati, nubi che in questi ultimi mesi si sono particolarmente addensate all’orizzonte dell’umanità. Per questo vogliamo ascoltarci gli uni gli altri: già questo - lo sentiamo - è un segno di pace”.

27 ottobre 2011. Altra data, ma sempre Assisi il luogo prediletto. E’ la giornata indetta da papa Benedetto XVI per il “Dialogo e la preghiera per la pace e la giustizia nel mondo”. Nuovamente i capi delle varie religioni si trovano nella città di San Francesco per pregare assieme. “Cari fratelli e sorelle, distinti Capi e rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali e delle religioni del mondo, cari amici, sono passati venticinque anni da quando il beato Papa Giovanni Paolo II invitò per la prima volta rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi per una preghiera per la pace”. Fu questo l’incipit del discorso del pontefice, in quella occasione.

20 settembre 2016. Nella città umbra si svolge la “Giornata mondiale di preghiera per la pace. Sete di Pace. Religioni e culture in dialogo”. La preghiera ecumenica del 2016 coinvolge Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli; un rappresentante della religione musulmana; Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury; Sua Santità Efrem II, Patriarca Siro-Ortodosso di Antiochia; un rappresentante dell’Ebraismo e il Capo supremo dei Tendai (Giappone). Papa Francesco dirà: “Siamo venuti ad Assisi come pellegrini in cerca di pace. Portiamo in noi e mettiamo davanti a Dio le attese e le angosce di tanti popoli e persone. Abbiamo sete di pace, abbiamo il desiderio di testimoniare la pace, abbiamo soprattutto bisogno di pregare per la pace, perché la pace è dono di Dio e a noi spetta invocarla, accoglierla e costruirla ogni giorno con il suo aiuto”.

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