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Le religioni del mondo in preghiera e digiuno (FOTO)

Redazione
Pubblicato il 14-05-2020

La celebrazione sarà disponibile sulle pagine facebook della Diocesi di Assisi e su san Francesco d'Assisi

La diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha celebrato la Giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, proposta dall’Alto Comitato per la fratellanza umana e accolta da Papa Francesco, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus. A mezzogiorno di oggi, giovedì 14 maggio, il vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha presieduto un momento di preghiera nella piazza Inferiore di San Francesco in osservanza delle norme di anti-contagio.

Proprio dal luogo dove, il 27 ottobre del 1986 e poi negli anniversari successivi, i rappresentanti delle diverse religioni e confessioni cristiane hanno più volte pregato per la pace. 

 

“Questa esperienza della pandemia da coronavirus ci deve insegnare a liberare il nostro cuore dalle catene dell’egoismo che ci impediscono di levarci verso l’altro, verso l’infinito, verso il mistero, verso Dio”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante il momento organizzato in occasione della Giornata di preghiera, digiuno e opere di carità proposta dall’Alto Comitato per la fratellanza umana e accolta da Papa Francesco, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia. Il vescovo è arrivato nella piazza Inferiore di San Francesco, qui dopo un momento di raccoglimento è entrato nella Basilica dove ha pregato, a porte chiuse, per poi scendere nella Tomba di San Francesco.

“È bello poterci ritrovare – ha detto il vescovo - accogliendo l’invito fattoci da Papa Francesco sapendo che, mentre noi preghiamo cristianamente secondo la nostra fede, tanti altri fratelli e sorelle di diverse fedi stanno elevando la loro preghiera. Ed è bello immaginare che l’unico Padre che ci guarda dall’alto con un cuore di Padre, dunque di amore, ci veda oggi tutti in preghiera con mani levate perché egli sta guardando la nostra sofferenza, sta in qualche maniera condividendo il nostro cammino e ci vuole figli belli, liberi, che superino questa grande prova della pandemia e traggano anche spunto e lezione da quello che stiamo sperimentando, per costruire un mondo più bello, un mondo di pace, di libertà da figli di Dio e da fratelli. Preghiera che vedrà simbolicamente cadere a terra delle catene perché bisogna riconoscerlo siamo tutti incatenati dalla pandemia, ma ci sono anche tante altre catene quelle che purtroppo imprigionano il nostro cuore, quando il nostro cuore diventa troppo attaccato soltanto a cose materiali. Poi ci sono le catene che ci impediscono di incontrarci. In questo momento – ha aggiunto Sorrentino - siamo tutti costretti a un distanziamento precauzionale, ma dobbiamo imparare ad aprire il cuore perché siamo fatti come fratelli e sorelle per abbracciarci, non vediamo l’ora di poterlo fare. Dunque tante cose che vogliamo mettere nel nostro cuore e portare avanti lo sguardo di Dio sapendo di avere un Dio che è Padre e ci vuole bene”.

Un altro momento è previsto a partire dalle 21.00, sempre a San Francesco con la diretta Facebook, curata da padre Enzo Fortunato, direttore dalla sala stampa del Sacro Convento, che parlerà dalla Basilica Superiore di fronte all’affresco di Giotto che raffigura l’incontro tra San Francesco e sultano, primo importante momento di dialogo interreligioso.


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Insieme alla preghiera si è voluto unire il gesto del digiuno e, come segno di carità, devolvere il corrispettivo in denaro del pasto saltato, al fondo istituito dalla Caritas diocesana per affrontare l’emergenza coronavirus. I fondi raccolti aiuteranno le famiglie del territorio che si trovano in difficoltà proprio a causa del coronavirus e, come segno di comunione e fratellanza, andranno a sostenere anche la realtà dell’Amazzonia altrettanto colpita dalla pandemia. 


Le offerte possono pervenire tramite bonifico utilizzando il Codice IBAN IT32 Y 02008 38278 000104548803 con la causale: Fondo emergenza Covid-19 o attraverso la parrocchia di appartenenza. Le comunità di altre denominazioni si organizzeranno attraverso i propri canali o potrebbero far confluire le offerte raccolte alla stessa Caritas.


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