fede

Maria Bambina, la storia della statuetta conservata a Milano

Antonio Tarallo suoredimariabambina.org
Pubblicato il 08-09-2022

Custodito nel Santuario delle Suore di Carità

Milano, città della moda; città frenetica dove il tempo sembra - davvero - scorrere con più rapidità, velocità, in un vortice iperbolico. Milano e il suo Teatro alla Scala, tempio del melodramma italiano dell’800; Milano, motore dell’economia italiana, con la sua Piazza Affari e la Borsa, cuore pulsante di affari e di finanza. Ma c’è anche un’altra Milano, forse un po’ nascosta, celata, in cui devozione popolare e fede, religiosità e storia, s’intrecciano in un connubio affascinante: è quella delle devozioni popolari religiose.

È questo il caso della devozione a Maria Bambina. E, così, non lontano dal Duomo, nella Casa generalizia delle Suore di carità, in via Santa Sofia, si apre un luogo affascinante, denso di fede e di devozione popolare: è il santuario dove, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina.

Ma qual è l'origine di questa sacra culla? Dobbiamo partire da lontano nel nostro viaggio a ritroso del tempo, e arrivare intorno agli anni 1720-1730, quando una francescana di Todi, suor Isabella Chiara Fornari, amava modellare piccole statue in cera di Gesù Bambino e di Maria Bambina. Una di queste statuette fu donata al meneghino Monsignor Alberico Simonetta e, alla sua morte - nel 1739 - l'effigie passò alle suore Cappuccine di santa Maria degli Angeli in Milano, che incominciarono a divulgarne la devozione. Nel racconto della storia, arriviamo, agli anni che vanno dal 1782 al 1842: anni che segnano la soppressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose.

Il simulacro fu così portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, per poi passare dalle Canonichesse lateranensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa mantenerne viva la devozione. Questo simulacro avrà, come suo penultimo porto, un luogo di sofferenza: l'ospedale Ciceri di Milano. Sarà qui che la statuetta verrà affidata dal parroco a suor Teresa Bosio, superiora delle Suore di Carità di Lovere, comune vicino Bergamo. La congregazione religiosa era stata fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio.

Queste suore - poi chiamate da tutti “di Maria Bambina” - erano presenti a Milano dal 1842, chiamate dal cardinal Gaysruck per l'assistenza ai malati dell'ospedale. All’ospedale Ciceri, suore e malati si rivolgerano ben presto a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. Nel 1876, in seguito al trasferimento della casa generalizia e del noviziato, il simulacro arriverà definitivamente in via Santa Sofia, a Milano.

L'effigie di Maria Bambina ha ormai oltrepassato il secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato dal tempo; viene così sostituita con un'altra immagine, mentre quella originale sarà esposta l'8 settembre di ogni anno all'interno della casa religiosa.

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