I coniugi Gheddo, incontro mondiale famiglie
Amore sponsale che si riunisce e si ritrova
La Famiglia è un tema quanto mai attuale: forza della Chiesa in cammino, sempre. E, proprio in questi giorni, guardare alle famiglie sante, a quelle donne e uomini - o meglio aureole - che proprio nella Famiglia si sono santificate, è più che doveroso: fari che illuminano le notti più oscure, luci che brillano nel cielo e che indicano il cammino al presente, guardando a un futuro non troppo lontano da noi.
Vita familiare, amore sponsale che si riunisce e si ritrova nel grande Amore, quello con la “A” maiuscola, quello di Dio. La vita dei coniugi Gheddo, a prima vista, sembrerebbe una vita normale, fatta di piccole faccende quotidiane, senza clamore e trombe. Il matrimonio di questa coppia rimane semplicemente un esempio di come due sposi, in una vita del tutto normale, hanno tentato di vivere il Vangelo nel matrimonio e nella famiglia.
Rosetta e Giovanni, due giovani militanti dell’Azione cattolica che hanno creato la loro famiglia, allevato tre figli (ne volevano dodici), aiutato i poveri e percorso assieme la difficile, ma esaltante via all’unione con Dio già su questa terra, guardando e scalando la scala verso il cielo. Le loro biografie disunite, a un certo punto della loro esistenza, si intrecciano fra loro e creano la bellezza incarnata di Dio, della Trinità: il Sacramento del Matrimonio - è bene ricordarlo - riesce proprio ad essere, se vissuto in intimità con il Signore, riflesso del Mistero della Santissima Trinità, così viene espresso da insigni teologi.
Rosetta nasce il 3 dicembre 1902 a Crova (vc), in una famiglia molto religiosa: basterebbe pensare che il papà Francesco, era entrato all’Oratorio Salesiano di Torino Valdocco (il primo oratorio fondato da San Giovanni Bosco) perché voleva diventare sacerdote salesiano; e, la mamma Maria Roviera, era una componente dell’Azione Cattolica. Giovanni Gheddo nasce a Viancino (VC) il 22 Aprile 1900 e pochi anni dopo la famiglia si trasferisce a Tronzano (VC). Qui il padre gestisce una trattoria ed è grazie all’aiuto economico di un conte del posto che Giovanni riesce a diventare geometra. Parteciperà, il giovane Giovanni, alla Prima Guerra mondiale, prestando servizio di leva dal 1918 al 1922. Tornato poi in paese, dopo tanti sacrifici riesce ad aprire uno studio di geometra. A Tronzano Giovanni è ricordato come “il geometra dei poveri” perché a chi aveva bisogno, a chi non poteva pagare una sua consulenza, non faceva pagare il suo lavoro.
Due vite dalle “premesse” di santità che si incontreranno poi nell’unica strada del Sacramento del Matrimonio. Era giugno del 1928 quando davanti a Dio si scambiano le fedi, giurandosi fedeltà e amore, “nella gioia e nel dolore”. Per loro è facile amarsi, al contrario di chi afferma che il matrimonio è fatto di compromessi. Fra loro, nulla di questo, perché la benedizione di Dio è copiosa su loro. E a Dio chiedono grazia di avere molti figli (ne volevano 12), almeno uno dei quali sacerdote o suora. Ne avranno, poi, tre: Piero, Francesco e Mario. Il primo diventerà sacerdote missionario.
La vita dei coniugi Gheddo, a differenza di molte altre coppie sante che stiamo conoscendo man mano nel corso delle puntate, ha una particolarità che va sottolineata: il matrimonio dei due non durerà tanto perché Rosetta, nel 1934, a soli 31 anni, muore di polmonite e di parto prematuro al quinto mese, dopo appena sei anni di matrimonio. Le sue ultime parole sono state: “Non preoccupatevi è la fine, io vado in Paradiso. Sia fatta la volontà di Dio”. Quest’ultima frase l’aveva ripetuta spesso al suo sposo, Giovanni: “Faremo sempre la volontà di Dio”.
Sei brevi anni di matrimonio, ma ricchi della presenza di Dio. Dopo la morte della moglie, Giovanni, provato dal dolore ma sostenuto da una fede profonda, cresce i tre piccoli; insegna loro cosa voglia dire pregare, fidarsi di Dio. Piero, il primogenito, diventerà tra l’altro sacerdote missionario. L’epopea Gheddo però non finisce con la morte di Rosetta, visto che Giovanni andrà in guerra in Russia nel 1941. Ma anche qui Giovanni prega molto ed è sempre illuminato e sostenuto dalla fiducia assoluta in Dio. Nel 1942 sacrifica la sua vita, muore decidendo di rimanere nel campo con i feriti intrasportabili al posto di un giovane sottotenente: “Tu sei giovane devi ancora fare la tua vita. - gli dirà - Io la mia l’ho già fatta e miei bambini sono in buone mani”.
I coniugi Gheddo, altra importante testimonianza di come santificarsi nel Matrimonio. Altra coppia di sposi che si sono uniti tra loro, sposandosi con Cristo.
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