fede

Guillermo Mariotto e il Presepe di Francesco

Antonio Tarallo Guillermo Mariotto
Pubblicato il 07-12-2020

Lo stilista delle dive parla del suo Presepe, sui passi di San Francesco d’Assisi

Chi entra nel suo studio, subito percepisce un “qualcosa” di sacro. Le immagini di Maria, tante (non troppe, il giusto) appoggiate sul tavolo da lavoro, di vetro. Grandi fogli bianchi con schizzi a matita, e nomi. Il noto stilista delle dive e delle spose è in questi giorni a lavoro per il “suo” Presepe: visionario, magico, itinerante, robotizzato. Avrà la forma e i colori dell'Italia vista dall'alto, comprese le sue bellissime isole, 19 metri (e 52 centimetri) di lunghezza per 14 metri di larghezza, circondato dal mare. E' questa la sfida lanciata per il prossimo Natale dallo stilista Guillermo Mariotto, volto noto della tv e giudice di 'Ballando con le stelle'

La Bellezza, l’Arte sono - da sempre - stati strumenti di Dio, non c’è che dire. E ogni artista che si confronta con l’Assoluto diviene sempre diverso. In fondo è l’Arte stessa una continua ricerca. Così avviene per l’animo di ogni fedele per Dio: più si cerca, più sembra sfuggire, e più si incontra. Sembra proprio questo l’animo del famoso stilista che - devoto alla Madonna, ai Santi e soprattutto a San Francesco - per la prima volta nella sua carriera si confronta con un “soggetto” sacro come quello del Presepe. “San Francesco, patrono d’Italia” lo ha incontrato per conoscere più a fondo questo progetto che tanto ricorda quel lontano primo Presepe realizzato dalle mani stigmatizzate, dal cuore, e dall' “immaginazione creatrice” di San Francesco d’Assisi. 

Greccio e San Francesco. Un binomio perfetto, potremmo dire. Da secoli, questo binomio si fa vivo nella notte del 24 dicembre.  

È così. E io ammiro enormemente il Presepe: per me, questo è un bisogno. Anzi, un bi-sogno. Il Presepe è la più grande espressione di tenerezza che c’è nella maternità: la nascita di un bambino che in questo caso è un re, anzi trattasi del Re dei re. E’ importante celebrarlo. Questo contemplare la nascita di un bambino è sempre la cosa più bella: è la vita che si manifesta! Ed è il Signore che la concede. Come? Qual è il percorso? La vita che parte con dei dolori, parte dalla pazienza di una donna, dalla pazienza di un uomo che supporta la donna: grandi dolori,  e poi ecco il pianto, della donna, del bambino. E’ un “percorso” affascinante. E dopo cosa avviene? Dopo il pianto, eccola la grande  gioia! E’ la gloria del Signore che è soprattutto vita! Nel Presepe abbiamo il Verbo che si è fatto carne. E questo deve essere celebrato. Appunto è un bisogno: come non poter celebrare la più grande felicità dell’umanità? San Francesco è stato un genio a comprendere ciò. E’ un artista incredibile che riesce a comprendere quanto sia importante celebrare la nascita del Verbo che si è fatto carne. Un regista, che è divenuto - attraverso la sua vita - un grande strumento divino. Tutti siamo strumenti, sia chiaro. ma il Signore ha guardato al suo cuore in maniera speciale. Unica. Sapeva che poteva trovare in lui uno strumento magnifico. E Francesco cosa fa? Vive in lui, per lui, con lui: questo è, in sintesi, San Francesco. 

Sarà il suo un Presepe particolare, fatto con la ceramica. Certamente un materiale inusuale. Un materiale che - in fondo - possiamo dire “materiale” ma al contempo rarefatto, visto che nasce dalla sabbia. Come è venuta questa idea?

Beh, ho pensato alla sabbia di una Betlemme dell’epoca. Queste distese enormi di sabbia. E la ceramica viene proprio dalla sabbia. Ma c’è anche un’idea di riciclo in tutto questo, visto che la ceramica poi può divenire nuovamente sabbia. Insomma, un riclico continuo. E poi ci sono tutti i primordiali, ancestrali elementi dell’Uomo, se ci pensiamo: acqua, fuoco, e la terra. 

Pensare che il Verbo si sia fatto carne per mezzo di una donna, anche questo è sorprendente. È così affascinante, no?

Una donna che accoglie nella sua stanza di carne. stavo Una vita che è Verbo. Ed è soprattutto Verità! Un Verbo incarnato che divine verità. E questa Verità si fa carne attraverso proprio una donna, Maria. Proprio in questi giorni sto leggendo il commento di San Crisostomo al Vangelo di Giovanni. In questo, troviamo ben espresso un concetto: Maria partorisce Cristo, la Verità. Solo in lui, tutto  è vero: vera anima, vera carne, vero uomo, vero Dio e vera è la sua nascita si precisa inoltre nel procedere del tempo sfocia in un soffrire, in un morire e  in un risorgere egualmente veri vera passio, bera morte e resurrezione.

Un tema importante in quest’epoca, la verità. Credo. No? In fondo, seppur la pandemia che stiamo vivendo poteva portarci a una migliore riflessione sulle cose, forse un po’ di confusione la stiamo tutt’ora vivendo. Che ne pensa?

Sì c’è troppa confusione nel nostro oggi. E dovremmo imparare a fare un po’ di silenzio. Ed è allora che nasce una domanda: come poter capire la verità? Come far silenzio attorno a noi? Io dico che è semplice! Basterebbe semplicemente pregare: chiudere gli occhi e fermare la  caciara della mente e ascoltare il sussurro del cuore. Bisogna rivolgersi a Dio, in ginocchio, a mani giunte e con il capo chino. Ma soprattutto con tutto tutto il cuore. Così si trova la verità. Così si trova Dio. 

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