Gambetti: Papa ad Assisi, qui soffia lo spirito di fratellanza
Ogni volta che il Papa ci fa visita è motivo di grande gioia
«Ogni volta che il Papa ci fa visita è motivo di grande gioia. Che poi lo faccia per firmare davanti alla Tomba del Santo un documento così importante e atteso come l' enciclica sulla fratellanza umana, raddoppia la letizia mia e di tutta la nostra comunità». Padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento dal febbraio 2013, è «doppiamente felice» per l'arrivo di papa Francesco in programma per il pomeriggio del 3 ottobre, memoria del Transito e vigilia della festa liturgica di san Francesco. «In confidenza - confessa ad Avvenire - sono contento anche da un punto di vista più personale».
In che senso?
A febbraio terminerò il mio mandato da custode e in cuor mio desideravo ricevere la visita del Papa un' altra volta dopo averlo già accolto nel 2013 e, due volte, nel 2016. Sono felice che il Signore abbia accolto questo mio desiderio. Ma soprattutto ciò che mi riempie di gioia è il motivo di questa venuta. L'ispirazione che l'ha dettata. Il Papa si ispira chiaramente a Francesco di Assisi che, seguendo Gesù, ha riconosciuto nella fraternità, vissuta nel segno del reciproco e amorevole servizio, l' orizzonte di una umanità compiuta e felice».
Firmare un'enciclica dal titolo francescano davanti alla tomba del santo. Da quello che si può capire questa enciclica il Papa l'ha scritta pensando proprio al nostro santo. Al suo messaggio di fratellanza quanto mai valido in questo nostro mondo segnato da dalla pandemia e dalle divisioni. Lo firma sulla tomba del Poverello nel giorno della memoria dell' ingresso di Francesco nel Regno dei Cieli, nell' Eternità. Credo proprio che con questo documento indicherà al mondo la cifra del futuro e consegnerà alla Chiesa e agli uomini di buona volontà la responsabilità di edificarlo insieme. È la terza volta che un Pontefice viene ad Assisi in occasione della festa del santo. Lo ha fatto già Francesco nel 2013 e lo fece Giovanni XXIII nel 1962, alla vigilia dell' inizio del Concilio Vaticano II...
Questo richiamo storico fa nascere in me una suggestione. Che questa visita di papa Francesco susciti, come profezia, un Concilio non solo della Chiesa cattolica ma universale che rilanci il sogno di una umanità rinnovata, di una riconciliazione tra i popoli. Purtroppo per i fedeli non ci sarà possibilità di assistere all' evento. È così. Ci sono problemi insormontabili. Per il Papa comunque l' obiettivo principale di questo viaggio è di dare mandato a tutto il mondo di impegnarsi sulla via della fratellanza e della fraternità nel segno di san Francesco. Poi conosciamo tutti papa Francesco, sappiamo quanto lui ami il contatto con la gente, con il popolo, ma in questo caso era davvero impossibile. Senza contare che poi il Papa, con la sua delicatezza, non ha voluto interferire con le cerimonie già previste per per la memoria del Transito del santo. (Gianni Cardinale - Avvenire)
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