Card. Gambetti: 'Cambiare stili di vita'
Le parole del Cardinale Mauro Gambetti
Dove sei? Ricomincia così la storia umana dopo il peccato. Da questa domanda anche noi possiamo ricominciare, in un tempo nel quale pare che abbiamo perduto nuovamente la strada del Paradiso. A più riprese Papa Francesco ci ha invitato a considerare le situazioni di ingiustizia sociale, i patimenti di larga parte dell’umanità, le sofferenze del creato. E proprio la natura ci presenta il rendiconto delle nostre azioni dissennate: alluvioni, cambiamenti climatici, inquinamento globale… ed ora la pandemia da Covid 19. Dove sei, uomo?
Si ripete in noi il dramma di Adamo: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto. Si nascondono i grandi della terra, che non hanno idee di rinnovamento, e vive nella paura gran parte della popolazione. Ormai da decenni si diffondono sempre più le fobie e i piccoli o grandi attacchi di panico; crescono l’ansia e la sensazione di essere sempre minacciati; aumentano gli stati depressivi e i disturbi della personalità. La pandemia, poi, ha accentuato queste forme di psicosi ed ha fatto emergere la paura della morte: c’è chi la esorcizza negando il rischio del contagio o chi, al contrario, fa interminabili disquisizioni, si ripiega, si chiude ed impone a sé stesso e agli altri delle regole più restrittive di quelle previste dalle norme, senza che ci siano dati oggettivi a motivarle.
Mi sono nascosto, perché sono nudo. La paura ci spinge a sottrarci ad uno sguardo d’amore e a rimanere in preda al dubbio profondissimo circa la nostra amabilità. La mia nudità è amabile? Fobie, panico, ansie e timori ingiustificati affondano le radici in quelle zone buie dell’anima che riteniamo di non poter accettare e ci scandalizzano. Ma, così facendo, perdiamo contatto con la realtà e cominciamo a dare interpretazioni riduttive o distorte, fantasiose. Pensate ai farisei e ai capi del popolo al tempo di Gesù. Spesso non siamo consapevoli di ciò che temiamo, ma vivere mascherati nel nascondimento porta a giudizi ed azioni irrazionali. La paura uccide, uccide la libertà.
Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la sua stirpe e la tua stirpe. Grazie a Dio c’è una tensione irrisolvibile dentro la storia tra la Donna e il Seduttore, che travia la mente e toglie lucidità al giudizio. La donna, madre di tutti i viventi, insieme alla sua stirpe si oppone al “serpente antico” e alla sua stirpe. Grazie a questa inimicizia possiamo aspirare alla libertà dagli inganni che conducono l’umanità alla rovina.
Guardiamo a Maria, a questa nostra sorella, al suo mistero, alla sua vicenda umana, ai suoi sentimenti, ai suoi dolori e al suo amore per accedere al regno della libertà. Ella è Immacolata. La luce della purezza di Maria ha sempre brillato nel popolo cristiano. Fin dai primi secoli del cristianesimo la stirpe della Vergine Madre, i semplici e i piccoli del vangelo, ha venerato la tutta santa, la tutta bella. Cogliamo una prima parola di verità per noi: ella, totalmente trasparente all’amore divino, nella sua nudità attesta la bontà del corpo, dell’anima e dello spirito dell’uomo. Perciò, ogni uomo e specialmente tutti noi battezzati possiamo uscire allo scoperto! Pensare di non essere amabili è uno degli inganni più letali dell’esistenza. Tu sei degno di stima ed io ti amo, dice il Signore. Allora, bando alla paura: coraggio! Porta sotto la luce dello sguardo di Dio ciò che nascondi nel cuore.
Ella è Concezione senza macchia. Secondo san Massimiliano Kolbe, la concezione è propria dello Spirito di Dio, che è Concezione dell’amore tra il Padre e il Figlio. Come narra il vangelo di Luca, Maria attende l’unione che genera vita nell’assoluta dignità e integrità, dentro lo sguardo d’amore di Dio. La Vergine Sposa è feconda e genera la Vita perché con lo Spirito che l’ha adombrata ripete incessantemente: Maranathà, vieni Signore Gesù. Così Maria diviene la Vergine fatta Chiesa, come la invoca san Francesco e come la vivono i poveri in spirito. La loro fede, semplice, è una via maestra. L’Arcivescovo di Santiago, creato cardinale nel recente concistoro, mi ha detto che la Chiesa in Cile sta attraversando una fase di grande turbamento, ma il popolo dei piccoli rimane nella Chiesa perché in loro è rimasta salda e chiara la venerazione per Maria e la sua maternità divina: “no toques a la Virgen. Ay del que toca a la Virgen!”, dicono i poveri.
Cogliamo una seconda parola di verità: Maria e con lei tutti i cristiani resi santi e immacolati di fronte a Dio nella carità sono fecondi. Allora, bando alla depressione! Noi siamo fatti per generare vita. La vita di Dio vuole erompere dal nostro grembo, in modo creativo e nuovo. Faccio alcune esemplificazioni. Non possiamo restare timidamente chiusi nelle sacrestie o continuare a ripetere le solite cose; né possiamo preoccuparci di farci accettare da tutti, di raccogliere consensi, di non ricevere troppe critiche e di non perdere qualche privilegio. Ancora: finché ci sarà un povero nel mondo, non possiamo stare in pace. Per cui, è ovvio che è irrazionale stare ad aspettare che passi la piaga del Covid per ricominciare tutto come prima; questa piaga ci chiede di attivarci per cambiare stile di vita, per uscire dalla schiavitù dell’attuale sistema economico e rientrare nella via che conduce al Paradiso, la via della fraternità, dell’amore reciproco!
Da ultimo: non si può lasciar soffocare il vangelo da niente e da nessuno. C’è un’etica della coscienza cristiana che è sovrana ad ogni forma di organizzazione sociale. Siamo stati resi liberi e, pur senza reagire con violenza alla persecuzione, dobbiamo conservare la libertà di vivere il vangelo a costo di pagare con il sangue, che è germe di nuovi cristiani. Doniamo Vita al mondo! Doniamo la nostra vita! Dio voglia che in noi maturi il coraggio della purezza e la libertà del martirio. Stringiamoci a Maria, Vergine fatta Chiesa, che incessantemente con lo Spirito ripete: Maranathà, vieni Signore Gesù. Si compia questo Avvento! Amen.
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