esteri

Rifugiati in chiesa, scuole chiuse: la crisi del Camerun

Gelsomino Del Guercio Lindro.it
Pubblicato il 05-07-2021

I francescani alzano l’attenzione su un conflitto di cui si parla molto poco  

I francescani alzano la voce su una dei conflitti più silenziati del pianeta: quello del Camerun. Lontano dai riflettori dei grandi media, in uno dei Paesi più poveri dell’Africa, i missionari cappuccini spiegano all’Agenzia Fides, che “l’attuale situazione rende complessa l’opera dei frati in Camerun perché è una crisi che tocca gli aspetti sociali, economici, apostolici e quotidiani». A dirlo è fra Marino Pacchioni, missionario cappuccino, facendo il punto sulla dolorosa situazione che vede dal 2016 le regioni anglofone del paese attraversate da conflitti, violenza e povertà. «Gli scontri tra i ribelli indipendentisti e l’esercito regolare proseguono, con conseguenze preoccupanti, soprattutto tra i civili. L’attività dei frati è difficile, ma forte è l’intenzione di perseverare nella vicinanza alle popolazioni».

RIFUGIATI IN PARROCCHIA

I Cappuccini nel paese sono presenti soprattutto nelle 2 regioni dove a causa della continua lotta tra i militari dell’esercito e uomini armati, si sono verificati molti danni. «In questa parte del Paese - riferisce il religioso - la gente vive di agricoltura coltivando piccoli appezzamenti di terra. Ora non hanno più nulla. A causa degli incendi derivanti dal conflitto, gran parte della produzione è andata perduta. Nei prossimi mesi, senza la possibilità di raccogliere i prodotti della terra».  «Molti sfollati - prosegue - hanno trovato rifugio in alcune nostre fraternità e in alcune parrocchie, come la parrocchia del Sacro Cuore di Shisong. Centinaia di persone sono state aiutate dai frati nel corpo e nello spirito, con cibo e sostegno fraterno per aiutarli a superare lo shock delle violenze subite».

LEGGI ANCHE: Camerun: è emergenza sanitaria per l'epidemia di colera

CHIUSO IL COLLEGIO DEI FRATI

Il settore dell’istruzione è uno di quelli nei quali i Frati Cappuccini sono maggiormente impegnati e che possono portare avanti grazie agli aiuti che loro pervengono tramite un programma di sostegno a distanza. Il St Anthony College di Mbohtong, con quasi 400 studenti, è stato chiuso quattro anni fa. «Per ragioni di sicurezza - racconta Fra Marino - si è ritenuto opportuno trasferirli tutti in regioni del paese più sicure. Il dramma è che questi ragazzi e queste ragazze, oltre a soffrire per la guerra, patiranno in futuro anche le lacune formative causate dall’impossibilità di frequentare corsi regolari».

FOYER PER ACCOGLIERE I BAMBINI

La situazione è difficile anche per i più piccoli: «Al momento - osserva il missionario - non si parla di riaprire le scuole, sarebbe troppo complesso. Attualmente - conclude - siamo impegnati nella costruzione di un foyer per accogliere i bambini e cercare di dare loro una continuità educativa».

 

LEGGI ANCHE: La toccante testimonianza della profuga del Camerun, Nora

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA