Lamorgese: Pericolo sanitario. Dobbiamo fermare i flussi dalla Tunisia
Arrivano a bordo di gommoni, barche di legno...
Arrivano senza attendere l'aiuto delle navi delle Ong, puntando direttamente verso le spiagge e i porti italiani. Su 12.228 migranti approdati sulle nostre coste fino a ieri, circa 9.500 sono giunti grazie agli «sbarchi autonomi» e molti di loro sono poi riusciti a far perdere le proprie tracce, eludendo i controlli e dunque anche l'isolamento imposto dal pericolo di contagio da coronavirus. È questo l'aspetto più grave che sta causando una vera e propria emergenza.
Come riconosce la stessa ministra Luciana Lamorgese «si tratta di flussi incontrollati che creano seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale che si riverberano inevitabilmente sulle comunità locali interessate dai centri di accoglienza, dai quali, tra l'altro, i migranti tunisini in particolare cercano di allontanarsi in ogni modo prima del termine del periodo di quarantena obbligatorio».
Partono dalla Libia, ma moltissimi arrivano anche dalla Tunisia: ben 5.237, tra loro 4.354 tunisini. Una situazione che rischia di trasformarsi in emergenza nel giro di qualche settimana. Le analisi dell'intelligence confermano che sono almeno 10 mila le persone pronte a lasciare il Nordafrica per raggiungere l'Europa, passando per l'Italia. Proprio in Tunisia è volata ieri la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. La preoccupazione è forte e lei non la nasconde.
«In Tunisia assistiamo a una crisi economica molto grave, senza precedenti. Una crisi che riguarda da vicino anche l'Italia perché ha effetti di ricaduta immediata con flussi eccezionali di sbarchi di migranti. La situazione va tenuta costantemente sotto controllo». Raggiungere l'obiettivo non è facile, la titolare del Viminale lo sa bene: «Gestire i flussi migratori di questa entità è difficile in tempi normali, ma ora con le problematiche legate alla diffusione del Covid-19 la situazione è diventata davvero molto complessa».
Ecco perché ha rinnovato alle autorità tunisine la volontà di collaborare sia per quanto riguarda i controlli sul territorio, sia alle frontiere marittime. Il personale sarà tunisino, ma l'Italia garantirà il rispetto dell'accordo che prevede l'addestramento delle forze dell'ordine, la manutenzione delle motovedette - comprese quelle non donate dall'Italia - i radar per il pattugliamento delle coste e i motori fuoribordo.
Questo almeno per quanto riguarda la parte del Viminale. Governo e Unione Europea dovranno occuparsi degli aiuti economici perché, come ribadisce Lamorgese «la crisi tunisina rischia di avere conseguenze gravissime per tutti. Ho potuto incontrare il presidente tunisino Kais Said e il ministro dell'Interno, Hichem Mechichi e ho ricevuto rassicurazioni sulla volontà di affrontarla insieme». Il messaggio di Lamorgese è stato esplicito: «La Tunisia potrà sempre contare con fiducia sul nostro Paese, anche in un contesto economico reso difficile a causa della diffusione del virus Covid-19»... (Corriere della Sera)
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