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L'ARCIVESCOVO SIRO CATTOLICO CONFERMA: IN SIRIA PIÙ DI 100 GLI OSTAGGI CRISTIANI NELLE MANI DELL'ISIS

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Con il passare delle ore diventa più chiaro il quadro della situazione dei cristiani assiri rapiti in Siria

Con il passare delle ore diventa più chiaro il quadro della situazione dei cristiani assiri rapiti in Siria. Sono tra i 120 e i 140 quelli tenuti in ostaggio dai jiahdisti dello Stato Islamico che nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 febbraio hanno sferrato un attacco su larga scala ai villaggi cristiani disseminati lungo le sponde del fiume Khabur, nella provincia siriana nord-orientale di Jazira. Lo conferma all'Agenzia vaticana Fides l'Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, ordinario dell'arcieparchia siro-cattolica di Hassaké-Nisibi. Gli ostaggi appartengono tutti ai villaggi di Tel Jazira, Tel Shamiram e Tel Gouram.

«I jihadisti - riferisce l'Arcivescovo - hanno preso pieno controllo dei villaggi sulla sponda occidentale del Khabur, mentre ieri pomeriggio, 24 febbraio, tutti gli abitanti dei 22 villaggi disseminati lungo la sponda orientale sono stati evacuati e più di mille famiglie cristiane assire e caldee sono fuggite verso i centri maggiori di Hassakè, Qamishli, Dirbesiye e Ras al-Ayn. Fino a ieri sera - aggiunge mons. Hindo - soltanto ad Hassakè le famiglie di nuovi rifugiati erano più di 950». Secondo quanto è dato sapere al momento l’offensiva dei jihadisti dello Stato Islamico ha finora ha provocato la morte in combattimento di quattro cristiani arruolati nelle milizie assire – schieratesi con i battaglioni curdi contro i miliziani dell'Is -, mentre ad ora, secondo fonti assire, un giovane cristiano assiro di nome Milad risulta essere l'unica vittima civile degli islamisti.

Secondo la Cnn, che cita l'Assyrian Human Rights Network, i jihadisti stanno per diffondere un video messaggio - indirizzato al presidente Usa Barack Obama e ad altri leader della Coalizione anti Isis - in cui minacciano di uccidere gli ostaggi.

A giudizio dell'Arcivescovo siro-cattolico, i jihadisti hanno lanciato l'offensiva nella regione del Khabur per trovare nuovi spazi e vie di fuga, compensando le sconfitte e le perdite di territorio da loro registrate a Kobane e intorno alla roccaforte di Raqqa. Secondo Mons. Hindo, anche le contromosse prospettate da alcuni Paesi stranieri davanti alle recenti strategie militari dello Stato Islamico confermano le gravi responsabilità dell'Occidente nello scatenamento dei conflitti che stanno dilaniando il Medio Oriente. «Con le loro politiche sciagurate - spiega a Fides l'Arcivescovo - soprattutto francesi e statunitensi, con i loro alleati regionali, hanno favorito di fatto l'escalation del Daesh . Adesso perseverano nell'errore, commettono sbagli strategici grotteschi come l'annuncio sui media della 'campagna di primavera' per liberare Mosul e si ostinano a interferire con interventi irrilevanti, invece di riconoscere che proprio il sostegno da loro garantito ai gruppi jihadisti ci ha portato a questo caos e ha distrutto la Siria, facendoci regredire di 200 anni». 

E un appello ad «aumentare la pressione politica per proteggere le minoranze religiose» nella regione siriana arriva stamane dall’Intergruppo del Parlamento europeo sulla libertà di credo e la tolleranza religiosa (Forb&rt), che chiede anche all’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, l’apertura di «un’indagine internazionale sui crimini condotti dall’Isis contro le minoranze nella regione» e di «sollevare la questione con i partner internazionali».

Alle richieste si unisce la condanna per i nuovi attacchi avvenuti in questi giorni: nella regione della Siria villaggi in cui abita la minoranza cristiana «È un altro esempio della situazione disperata in cui si trovano le minoranze religiose e in particolare i cristiani», la cui presenza nella regione è antica di secoli, ha commentato Peter van Dalen, co-presidente dell’Intergruppo, che ha aggiunto: «È un giorno triste quello in cui le persone vengono attaccate a motivo del loro credo religioso». C’è quindi la necessità che l’Ue e i suoi partner internazionali «pongano come priorità la sicurezza di queste minoranze» ha ribadito Dennis De Jong, il collega di van Dalen alla presidenza del Forb&rt. Vatican insider

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