In Iraq, cristiani a rischio estinzione
Secondo l’indagine pubblicata da Aiuto alla Chiesa che Soffre
Mentre la cronaca registra l’uccisione a Baghdad di Hicham al-Hachemi - esperto iracheno di jihadismo e antiterrorismo e consigliere del governo iracheno, La Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, pubblica il Rapporto "Cristiani a rischio estinzione in Iraq".
Timori e discriminazioni
In particolare, lo studio esamina le minacce nei confronti dei cristiani iracheni tornati nelle loro case della Piana di Ninive dopo la drammatica persecuzione perpetrata dall'Isis nel 2014. Le ricerche indicano "la violenta attività delle milizie locali e la possibilità di un ritorno del sedicente Stato Islamico quali maggiori cause di timore". Ma oltre alla mancanza di sicurezza, i cristiani indicano disoccupazione (70%), corruzione finanziaria e amministrativa (51%) e discriminazione religiosa (39%) come ulteriori minacce che inducono alla migrazione. I contrasti fra il governo centrale di Baghdad e quello regionale del Kurdistan, aumentano il senso di insicurezza.
La Piana di Ninive
Tuttavia, Secondo i dati aggiornati ad aprile 2020, il 45% delle famiglie cristiane ha fatto ritorno nella Piana di Ninive - anche se in molti casi è tornata solo una parte dei componenti - nonostante un diffuso stato di segregazione dei nuclei familiari. Il rientro si inserisce nel piano di recupero a lungo termine curato da Aiuto alla Chiesa che Soffre insieme ad altre Organizzazioni al fine di gestire la ricostruzione dei centri cristiani aggrediti dalla furia jihadista.
Il costante impegno di ACS
La fondazione pontificia è attualmente impegnata in una nuova fase del piano, e cioè la ricostruzione delle strutture gestite dalla Chiesa nei centri cristiani della Piana. Delle 363 strutture interessate (34 totalmente distrutte, 132 incendiate e 197 parzialmente danneggiate), l’87% hanno anche funzioni sanitaria, di sostegno sociale ed educativa. (Vatican News)
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