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Il fatto. Fame zero lontana. Aumenta la denutrizione, mancano le risposte

Redazione La Presse
Pubblicato il 22-07-2019

«L’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere per i fratelli più poveri». È stato netto, nei giorni scorsi, il commento di monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e il Programma alimentare mondiale (Pam), riguardo al rapporto 2019 sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo. Presentato lunedì a New York, il documento rientra nel monitoraggio dei progressi verso il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile – “Fame Zero” - che mira a sconfiggere la fame, promuovere la sicurezza alimentare e porre fine a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.

«La fame continua ad aumentare e il rapporto – ha fatto notare monsignor Arellano – ci sta dicendo che le persone che stanno dietro a questi numeri non hanno né un presente sereno né un futuro luminoso». Di più: «Il rapporto sottolinea non solo la crudeltà della fame, ma anche un altro aspetto: l’obesità. Gli adulti obesi nel mondo sono 672 milioni, cioè il 13%, quindi una persona su otto. Dunque, il problema non è soltanto di denutrizione, ma anche di malnutrizione».

Per monsignor Arellano «la comunità internazionale veramente dovrebbe fare di più. Manca la volontà, soprattutto nel togliere le cause dovute all’uomo, come i conflitti, la crisi economica e i cambiamenti climatici. Questi tre continuano a essere i fattori che producono questi flagelli».

Secondo il rapporto sono oltre 2 miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso regolare a cibo sicuro, nutriente e sufficiente. Tra queste, 820 milioni soffrono totalmente la fame (10 milioni in più rispetto all’anno precedente, terzo anno consecutivo di aumento) mentre l’insicurezza alimentare colpisce l’8% della popolazione in Nord America ed Europa. In Asia sono 513,9 milioni le persone affamate, in Africa 256,1 milioni, in America Latina 42,5 milioni. Lo studio sottolinea come gli choc economici stiano contribuendo a prolungare e peggiorare la gravità delle crisi alimentari, causate principalmente da conflitti e avvenimenti climatici.

In Africa la situazione è estremamente allarmante perché, in percentuale rispetto alla popolazione totale, ha i più alti tassi di fame nel mondo, che continuano ad aumentare lentamente ma costantemente in quasi tutte le sottoregioni e in particolare in Africa orientale, dove quasi un terzo della popolazione (30,8 per cento) è denutrita. Oltre al clima e ai conflitti, l’aumento è favorito dal rallentamento della crescita e dalle crisi economiche. Da notare, infine, che dal 2011 quasi la metà dei Paesi in cui l’aumento della fame si è verificato in seguito a crisi o stagnazione economica erano africani.


Paolo M. Alfieri, Avvenire 

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