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Ghana, Caritas: firmare il Trattato ONU per le multinazionali sui diritti umani

Isabella Piro
Pubblicato il 03-11-2020

Si chiede al governo di sostenere questo Trattato che punta a difendere i diritti delle comunità locali

Il governo del Ghana deve firmare il Trattato vincolante delle Nazioni Unite per le imprese transnazionali (Tnc) relativo alla tutela dei diritti umani: è quanto chiede la Caritas di Accra che il 28 ottobre ha tenuto una conferenza stampa sul tema “Assicurare il sostegno del governo del Ghana al processo in corso di negoziazione sul Tnc”. Dal 24 al 31 ottobre, infatti, si svolge la sesta sessione di negoziati sul documento Onu. “Il nostro esecutivo – ha detto il segretario generale della Caritas Ghana, Samuel Zan Akologo - deve sostenere questo Trattato che apre la strada alla giustizia per le vittime, chiedendo conto alla multinazionali” delle violazioni dei diritti umani commesse nel tempo.

Vogliamo portare alla ribalta – ha aggiunto Akologo – l’importanza del diritto che le comunità colpite da tali violazioni hanno per reclamare la sovranità delle norme sui diritti umani rispetto a quelle sul commercio e gli investimenti”. In tal modo, si potrà “fermare l’impunità delle società transnazionali”. Tale richiamo alla tutela dei diritti “risuona fortemente anche nell’Enciclica di Papa Francesco, ‘Laudato si’ sulla cura della casa comune’ – ha ribadito il segretario generale di Caritas Ghana – In essa infatti si esorta a salvaguardare i diritti degli individui e delle comunità e a tutelare l’ambiente e il pianeta”.

Rispetto dei diritti umani

Per questo, l’organismo caritativo ha sottolineato la necessità di “rafforzare i partenariati tra gli attori ecclesiastici e non ecclesiastici”, così da esercitare “una pressione sociale internazionale, affinché le multinazionali rispondano delle loro politiche di investimento e garantiscano l’accesso alla giustizia e il rispetto dei diritti umani” nelle loro attività. “Ci opponiamo all’accaparramento delle terre – ha affermato Akologo - all'estrazione mineraria incontrollata, ai salari da sfruttamento e alla distruzione ambientale perpetrati dalle imprese transnazionali”. È quindi “indispensabile che la società civile si riunisca per esprimere il proprio sostegno a questo Trattato e faccia pressione sul governo affinché garantisca un impegno attivo e costruttivo” in questo ambito.

Promuovere la dignità

Sulla stessa linea si è posto Edward Aloysius Prah, presidente di “Unum Omnes”, il Consiglio internazionale dei cattolici in Ghana, anch’egli presente alla conferenza stampa: “Lo Stato del Ghana ha buone ragioni per sostenere il Trattato - ha detto - perché gli esempi abbondano in molti luoghi del Paese dove, con la creazione di imprese, si sono verificati abusi dei diritti umani": molti contadini, infatti, “hanno perso la loro terra, le fonti di acqua potabile sono state inquinate e interi villaggi hanno dovuto cedere il posto alla creazione di imprese", con “promesse illusorie di una vita migliore” che, però, alla fine si sono rivelate solo “una discesa graduale nella povertà”. "È nostro dovere come cittadini e come cristiani – ha aggiunto Prah - promuovere la dignità del nostro popolo”. Una volta entrato in vigore, infatti, il Trattato potrà fornire gli strumenti necessari per garantire che le imprese che operano nei Paesi “siano all'altezza della responsabilità di rispettare la dignità e i diritti dei cittadini" e che “gli abusi non saranno tollerati in alcun modo”.

Dal suo canto, Sr. Benedict Assorow, responsabile editoriale del “Catholic Standard”, ha osservato che i media hanno un ruolo importante da svolgere in questo ambito, contribuendo a diffondere informazioni sull'importanza e sui benefici del Trattato. Di qui, l’invito rivolto ai giornalisti affinché compiano “ricerche approfondite” sul Tnc, così da informare in modo corretto i ghanesi. Da ricordare che è da tempo che la Chiesa cattolica del Ghana esorta il governo a firmare il Trattato: già lo scorso 4 settembre, infatti, i membri della Conferenza episcopale nazionale hanno incontrato il Capo dello Stato, Nana Akufo-Addo, invitandolo a garantire che “le multinazionali che operano in Ghana diano al Paese ciò che gli spetta in termini di tasse e di rispetto dei cittadini e delle leggi".

 

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