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Fratelli gemelli francescani compongono canti in arabo ispirati a scritti San Francesco

Redazione Custodia.org
Pubblicato il 24-01-2022

Johnny e George Jallouf sono fratelli gemelli, e sono anche frati studenti della Custodia francescana di Terra Santa. Sono nati 25 anni fa a Aleppo, e in quella metropoli siriana, martoriata durante gli anni della guerra, hanno vissuto insieme anche l’inizio della vocazione religiosa che li ha portati ambedue a porsi sulle orme di San Francesco d’Assisi.

Adesso, la passione per il Santo e la sollecitudine per la cura delle celebrazioni liturgiche li ha uniti in una nuova avventura: il progetto di ricavare dagli scritti di San Francesco un corpus di inni sacri in lingua araba, da offrire a tutti per la liturgia e la preghiera personale. Ne è nata per ora una raccolta di nove canti, intitolata “Rabi wa Elahi” (“Mio Signore e mio Dio”), con testi in arabo e musiche originali, fruibili gratuitamente sulle piattaforme digitali musicali, compresa Anghami (popolare nel mondo arabo).

Padre George ha raccontato che l’idea di creare canti liturgici in arabo ispirati dagli scritti di San Francesco è sorta durante i primi anni di formazione francescana, mentre lui e suo fratello erano in Italia e cantavano insieme ai loro confratelli inni francescani composti in lingua italiana. I due fratelli sono anche musici: George studia chitarra classica e canto, Johnny studia flauto e canto. Il loro progetto ha puntato a elaborare inni francescani con musiche originali, la cui composizione è stata affidata a una coppia di musicisti cristiani di Nazareth, Louai Zaher e Rabab Zaitoun.

Lo scopo della diffusione di questi canti” ha riferito fra Johnny alla testata online custodia.org “è quello di provare a trasmettere al mondo arabo lo spirito degli scritti francescani, soprattutto ai giovani durante gli incontri di formazione e nelle marce francescane”. Il titolo della raccolta, che in arabo significa ‘Mio Signore e Mio Dio’, è ispirato alla frase “Mio Dio e mio tutto”, pronunciata da San Francesco sul monte della Verna, dopo aver ricevuto le stimmate.

Johnny e George, appartenenti a una famiglia cristiana aleppina, sono cresciuti frequentando la parrocchia francescana della metropoli siriana anche negli anni in cui tutta la popolazione subiva i traumi della guerra. In quel tempo tribolato è fiorita la loro vocazione. Le domande e la sete di felicità che sentivano crescere in loro mentre la città sembrava sprofondare in una violenza inimmaginabile li hanno spinti a mettere da parte i loro progetti di prima (uno voleva diventare il medico, l’altro sognava di fare il regista) e seguire Chi in quegli anni tribolati ha attirato con più forza il loro cuore. (GV) (Agenzia Fides)

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