Filippine flagellate dal tifone Goni
Fr. Joseph: la gente ha perso tutto, si rifugia in scuole e parrocchie
È di almeno una ventina di morti il bilancio del passaggio, nel fine settimana, del tifone Goni su alcune provincie orientali delle Filippine. Più di 420mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case e molte aree restano isolate e impossibili da raggiungere per i mezzi di soccorso, per questo motivo si teme che il numero delle vittime possa salire con il passare delle ore.
Le aree più colpite
Domenica Goni ha toccato terra prima dell'alba sull'isola di Catanduanes – la più colpita dalle devastazioni - con venti a 225 chilometri orari e raffiche che hanno raggiunto i 320 scoperchiando i tetti delle case, abbattendo alberi e distruggendo linee elettriche. Le piogge torrenziali hanno provocato frane che hanno inghiottito interi isolati e le strade sono state trasformate in torrenti. I contatti sono stati persi completamente con la città di Virac, a Catanduanes, dove vivono 70 mila persone. Solo oggi i funzionari locali sono riusciti a connettersi con il resto del Paese tramite telefoni satellitari e hanno riferito che circa 13mila tra baracche e case sono state danneggiate o spazzate via dal tifone.Goni ha anche devastato la vicina provincia di Albay, dove forti piogge hanno inghiottito circa 150 case di una singola comunità nella città di Guinobatan.
La pandemia rallenta i soccorsi
La capitale Manila è stata in gran parte risparmiata ma, per precauzione, sono state evacuate alcune bidonville situate nelle zone più elevate e l'aeroporto internazionale Ninoy Aquino è stato chiuso, decine i voli cancellati. Le scuole, chiuse per contenere la diffusione del virus, sono utilizzate come rifugi, come pure le palestre. Le operazioni di messa in sicurezza e soccorso sono complicate anche dalla pandemia che assorbe risorse finanziarie e logistiche. Ufficialmente nelle Filippine i casi di Covid-19 recensiti sono oltre 380mila e più di 7.200 i decessi ma i dati reali sono probabilmente molto più alti. Il presidente filippino Rodrigo Duterte condurrà un'ispezione aerea sulla regione colpita dal tifone, hanno riferito funzionari governativi. Le apparizioni in pubblico del capo di Stato filippino si sono ridotte dall’inizio della pandemia.
Filippine territorio fragile
Goni è considerato uno dei tifoni più potenti di questo 2020 e per la sua intensità ricorda il passaggio del tifone Haiyan nel 2013 che provocò nelle Filippine oltre settemila tra morti e dispersi. Il Paese del estremo oriente bagnato dal Pacifico è anche soggetto a terremoti ed eruzioni, eventi che lo rendono una delle aree del mondo più soggette a disastri naturali.
Porte aperte nelle Chiese per chi fugge
In prima linea nel soccorso ci sono le chiese che hann aperto le loro porte per offrire riparo almeno ad una parte delle centinaia di migliaia di persone che sono fuggite dalle loro case.Padre Treb Futol della diocesi di Sorsogon ha raccontato ad UCA News come la sua parrocchia abbia allestito una mensa per i poveri e stia dando da mangiare agli sfollati fuggiti dalle loro case. Mentre padre Ranhilio Aquino della diocesi di Tuguegarao, nel nord di Luzon, ha chiesto aiuto sui social media, descrivendo la situazione disperata in cui si trovano a vivere migliaia di persone colpite dalla tempesta. "Molti ... tremano al freddo, senza letti, forse anche senza più una casa. Molti sono addolorati per la perdita dei loro cari, mentre cercano di salvare quel poco che è rimasto" ha scritto.
Il responsabile di Caritas Filippine, monsignor Jose Colin Bagaforo, ha riferito ad UCA News come l’organizzazione cattolica al momento sia impegnata a coordinare i suoi uffici locali per distribuire beni di prima necessità alle persone colpite dalla tempesta nel modo più rapido ed efficiente possibile e sia pronta ad assistere finanziariamente, se e quando necessario, le diocesi danneggiate dal tifone. (Vatican News)
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