Covax, l'Italia dona 100mila dosi di vaccino all'Iraq
A renderlo noto è l'Unicef
L'Iraq ha ricevuto domenica scorsa 100.800 dosi del vaccino AstraZeneca per il Covid-19. Lo ha annunciato in un comunicato l'Unicef, sottolineando che si tratta di una donazione fatta dall'Italia nell'ambito del programma Covax. La popolazione irachena rimane scettica sull'utilizzo dei vaccini: ad oggi, secondo gli ultimi dati forniti del ministero della Salute di Baghdad, poco più di quattro milioni di persone hanno ricevuto una o due dosi del siero, ovvero circa il 10% degli iracheni.
L'iniziativa Covax
L'Unicef lavora congiuntamente con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per aiutare i Paesi più poveri ad ottenere dosi di vaccino. Il programma Covax, voluto dalle Nazioni Unite, è una partnership pubblico-privata tra l'OMS, la Vaccine Alliance (Gavi) e la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi) per far sì che la pandemia si combatta con mezzi equi in ogni angolo del pianeta. Questa è la terza consegna di vaccini nell'ambito del programma Covax per l'Iraq, che, come la maggior parte delle nazioni, ha lanciato la sua campagna di vaccinazione lo scorso mese di marzo
Vaccinare tutte le persone idonee
"Come Organizzazione Mondiale della Sanità, ribadiamo un principio in cui crediamo: potremo dire di essere al sicuro solo quando lo saremo tutti e fermeremo questa pandemia solo quando tutte le persone idonee saranno state vaccinate", ha affermato Ahmed Zouiten, rappresentante dell'OMS in Iraq, citato nel comunicato stampa dell'Unicef. Secondo i dati ufficiali, in Iraq sono state contagiate oltre due milioni di persone e 21.496 sono morte dall'inizio della pandemia. Pur registrandosi un aumento di vaccinati, sono molti coloro che scelgono di non ricevere il siero. Due gravi incendi nelle unità Covid di un ospedale di Baghdad, ad aprile, e di Nassiriya, a metà luglio, hanno causato la morte rispettivamente di 80 e 60 pazienti.
Nessuno si salva da solo
In più occasioni Papa Francesco ha ribadito l'importanza di portare avanti in modo globale ed equo la lotta alla pandemia. Lo ha fatto nello storico momento straordinario di preghiera del 27 marzo 2020 in Piazza San Pietro e lo ha ribadito in più occasioni, sottolineando poi come il vaccino sia "un gesto d'amore" verso se stessi ed il prossimo. (Vatican News)
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