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Allarme dei vescovi dello Zambia

Mwenya Mukuka Pixabay
Pubblicato il 13-11-2020

Il Paese negli ultimi tempi ha registrato un progressivo restringimento degli spazi democratici

In Zambia ci sono segnali preoccupanti per la tenuta democratica del Paese che non vanno sottovalutati. È quanto ha affermato monsignor George Cosmas Zumaire Lungu, vescovo di Chipata e presidente della Conferenza episcopale zambiana (ZCCB), aprendo ieri a Lusaka un seminario di due giorni dal titolo: “Il ruolo della Chiesa per uno Zambia pacifico”. L’incontro vede riuniti 44 partecipanti da tutte le diocesi del Paese, compresi vescovi, coordinatori pastorali, responsabili della comunicazione e della Caritas. L’obiettivo è sensibilizzare tutti gli attori pastorali sull’importanza del loro ruolo quali promotori e mediatori di pace in Zambia.

Lo Zambia colpito dalla crisi per il Covid

Un Paese relativamente stabile e pacifico, ma che negli ultimi tempi ha registrato un progressivo restringimento degli spazi democratici, come evidenziato di recente dall’arcivescovo emerito di Lusaka, Telesphore-George Mpundu, che ha lanciato l’allarme sul rischio di una deriva autoritaria. Diversi esponenti dei partiti dell’opposizione sono stati, infatti, arrestati e impossibilitati a svolgere la loro attività politica. Alcuni media indipendenti sono stati chiusi in modo arbitrario mentre le forze dell’ordine sono sempre più politicizzate. Il tutto mentre la situazione economica, aggravata dalla pandemia da Covid-19, si sta facendo critica, con gravi ripercussioni sul tenore di vita dei cittadini zambiani, soprattutto i più poveri nelle aree rurali che riescono a stento a soddisfare i loro bisogni fondamentali, quali l’accesso alla salute, all’educazione, al cibo, all’acqua pulita e alla casa.  

La Chiesa: una voce che non può spegnersi

Nel suo intervento monsignor Lungu ha quindi evidenziato che, senza un intervento per fermare questo trend preoccupante, la pace di cui ha sinora goduto il Paese rischia di essere sacrificata sull’altare dell’opportunismo politico, con conseguenti divisioni e nessun progresso per il bene comune: “È moralmente inaccettabile stare a guardare dalle nostre comfort zones”, ha detto. Di qui la sottolineatura del ruolo fondamentale della Chiesa quale voce dei senza voce e coscienza critica della nazione: “Se essa rimanesse in silenzio - ha ammonito - verrebbe meno alla sua missione”.

Preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione economica in Zambia è stata espressa di recente anche dal Jesuit Center for Theological Reflection (JCTR) che, in una dichiarazione pubblicata in occasione dell'anniversario dell'indipendenza il 24 ottobre, ha lanciato l’allarme sulla tenuta sociale del Paese, esortando la classe politica a cercare soluzioni eque e durature alla crisi alla luce della dottrina sociale della Chiesa. L’economia dello Zambia, uno dei principali produttori mondiali di rame, ha subito un duro colpo dalla pandemia che ha fatto salire in modo esponenziale il debito pubblico e l’inflazione, cresciuta del 16% rispetto all'anno precedente. Insieme alle tensioni sociali sono aumentate anche quelle politiche. (Vatican News)

 

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