Il male colpisce gli innocenti
I bambini sono nati per giocare nei parchi
I bambini sono nati per giocare nei parchi. Sono nati per essere la speranza del futuro, non certamente carneficina insensata. I bambini hanno i palloncini in mano, di tanti colori. Sono immagine di angeli e di Dio. Il sorriso di un bambino non si dovrebbe spegnere mai, perché i grandi attraverso quel sorriso riescono ad imparare - o ricordare - che l’unica strada “umana” possibile per vivere questa vita è essere semplici, “umili di cuore”, così dice il Vangelo. Semplici come bambini.
C’è una poesia di Alda Merini che non può non venire in mente in questo momento. I poeti riescono, sempre, a dire di più, a essere ministri delle parole che contano e che cantano: “Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia/ legalo con l’intelligenza del cuore. / Vedrai sorgere giardini incantati/ e tua madre diventerà una pianta/ che ti coprirà con le sue foglie. / Fa delle tue mani due bianche colombe/ che portino la pace ovunque/ e l’ordine delle cose”. Nel mondo di oggi di cose ordinate ce ne sono ben poche, purtroppo. Lo vediamo ogni giorno: basta aprire un quotidiano, navigare su internet, oppure accendere il parallelepipedo televisivo.
Ennesima strage, così si dice e dicono. Parole che hanno il suono di ipocrisia. La legislazione rimane tale e quale, nessun cambiamento. Eppure di morti insensate, di stragi inutili, di notizie del genere fino adesso quante ne abbiamo sentite? Sarà pur arrivato il tempo di cambiare? Ma per fare ciò - sembra strano - ci vorrebbe coraggio; il coraggio di andare anche contro quella che viene chiamata “opinione comune”. Più volte il tema della vendita delle armi è stato all’ordine del giorno nell’agenda americana e puntualmente tutto poi è rimasto in sordina, dimenticato e tralasciato e forse sarà così anche questa volta.
Di pochi giorni fa la notizia che dall’inizio del conflitto in Ucraina sono morti 234 bambini. Anche loro innocenti. In un’antica pagina di un antico libro - il Libro per eccellenza - vi è un capitolo che ha come titolo “La strage degli innocenti”; si voleva colpire, all’epoca, l’amore e la bontà che un Bambino di Betlemme stava offrendo al mondo. Ancora oggi è così. Se si vuole colpire l’umanità, è come se si dovesse andare alla sua radice: la fanciullezza, i bambini, i puri di cuore. La battaglia tra il bene e il male si concentra, in fondo, su questo campo: si colpisce chi è indifeso.
Texas, Ucraina e tanti altri luoghi non sono che metafora di qualcosa di più grande e più preoccupante: il mondo non vuole sentire le voci dei più deboli, li rifiuta e, se può, cerca del tutto di annientarli. Di questo si tratta, senza ipocrisia alcuna è necessario affermarlo. Ma dopo la critica, forse, sarebbe bene comprendere come poter fare fronte a ciò.
L’oceano, lo sappiamo, è fatto di mille gocce d’acqua. Ognuno di noi rappresenta una goccia. Poter cambiare l’oceano, non si può. Ma altro è possibile fare: l’impegno nasce in ogni famiglia, grande o piccola che sia, per essere attenti a quei deboli. Gianni Rodari scriveva: “La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra”. Dietro alla parola “fame” si nascondono infiniti significati.
Non c’è solo la fame intesa come fame del corpo: molti bambini si trovano nella impossibilità familiare di ricevere, ad esempio, affetto e attenzione. Ecco, si comincia da qui. Affermazione forse banale, è vero. Ma ricordare alcune regole elementari ha anche il suo senso. Il rispetto dell’infanzia - perduta, verrebbe da aggiungere - comincia in famiglia, nelle piccole cose. Costruire con i bambini un castello fatato, fatto di legni, potrebbe anche farci imparare qualcosa di più profondo: “costruire con loro un mondo più vero, più giocondo”. Rima a mo’ di filastrocca sembra alquanto naturale.
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