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XXV anniversario terremoto 1997, il saluto di fra Marco Moroni

Fra Marco Moroni Fra Andrei - Sala stampa Sacro Convento
Pubblicato il 26-09-2022

Le parole del Custode del Sacro Convento Assisi

All’inizio di questa celebrazione desidero salutare tutti voi qui presenti, autorità civili e militari, sacerdoti, religiosi e religiose, familiari delle vittime, amici e benefattori, fedeli tutti. Il 26 settembre 1997 un territorio molto vasto fu colpito da un sisma di particolare intensità. Anche la città di Assisi e questa basilica furono duramente ferite da quell’evento. Le vele che si trovavano proprio qui sopra l’altare e anche nei pressi dell’ingresso caddero rovinosamente, provocando ingenti danni e la morte di quattro persone: in loro ricordo ora verrà acceso un cero proprio nel luogo dove vennero ritrovati i loro corpi. Erano il nostro confratello padre Angelo Api, Zdzislaw Borowiec un giovane ai primi passi del cammino per diventare frate, e due tecnici della Soprintendenza, Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella.


In questa celebrazione, che assume quest’anno – il venticinquesimo da quell’evento – un particolare tono di solennità, vogliamo ricordare loro e le altre vittime di quel terremoto (undici in tutto), ma anche tutti quelli che hanno contribuito a mettere in sicurezza, a ricostruire, a restaurare questo luogo così imponente e prezioso subito dopo l’evento e via via negli anni, fino ad oggi. Penso ai tecnici, ai volontari, alle forze dell’ordine, penso anche a quanti, avendo responsabilità di governo ai vari livelli, hanno preso decisioni in favore della cura di questo complesso monumentale assieme a tanti piccoli e grandi benefattori.


Ed è grazie a tante persone e istituzioni pubbliche e private che noi frati del Sacro Convento, che abitiamo e animiamo questo luogo, possiamo e potremo ancora prenderci cura, valorizzare e promuovere un capolavoro di fede, arte e di cultura che richiama fedeli, pellegrini e visitatori da tutto il mondo che giungono qui e incontrano Francesco d’Assisi, colui che ha vissuto in prima persona la gioia e l’impegno del prendersi cura.

In questi giorni si stanno concludendo gli ultimi interventi legati al sisma del ’97, sostenuti dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, che ci hanno permesso di realizzare sotto la piazza inferiore un luogo per l’accoglienza e i convegni che verrà inaugurato il 4 ottobre, mentre sono quasi finiti i lavori di consolidamento dell’area del refettorio e dello scalone danneggiati dal sisma 2016, resi possibili anche grazie al prezioso impegno del Commissario alla ricostruzione. In chiesa inferiore è attivo da qualche mese il cantiere per il restauro della Cappella di San Martino. Si sta realizzando anche l’ascensore tra la piazza inferiore e la piazza superiore, che favorirà la visita della Basilica per le persone disabili.



Vogliamo ricordare e ringraziare tutti coloro che ci aiutano – qui presenti o no – in questa difficile ma non meno bella sfida, consapevoli che siamo e saremo sempre tutti chiamati a prenderci cura, a sostenere, costruire e consolidare non solo il patrimonio artistico e culturale, ma anche e soprattutto le nostre relazioni, la nostra quotidianità e quella di tanti nostri fratelli e sorelle in difficoltà in uno spirito di fraternità e di condivisione.

Alla luce di tutto ciò come non spendere una particolare parola di ringraziamento per voi cittadini di Assisi e dell’Umbria intera: questo tesoro che è il complesso della Basilica e del Sacro Convento – con la vita dei frati che da secoli li custodiscono quasi ininterrottamente – sono legati a doppio filo da profondi legami di fede, di amicizia, di collaborazione, di mutuo sostegno.

Foto Elvio Lunghi


A nome di tutti noi grazie di cuore: cerchiamo di continuare a camminare insieme. Per questo desidero invitare in modo particolare proprio i cittadini di Assisi a partecipare, domenica prossima, 2 ottobre, alla S. Messa che si terrà qui in chiesa superiore alle 11 (trasmessa in diretta su Rai1). Sarà una gioia grande celebrare il rendimento di grazie al Signore, insieme, nella casa di Francesco.

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