Terra dei fuochi, in un mese morti 8 bambini
Colpisce ancora la Terra dei Fuochi e si porta via la parte più fragile del suo popolo. In un mese otto bambini, tra i sette mesi e gli undici anni, sono morti a causa di tumori al Pausilypon, il polo pediatrico oncologico di Napoli. La drammatica denuncia è delle mamme riunite nel comitato 'Vittime della Terra dei fuochi', presenti in Piazza del Plebiscito.
Ieri hanno protestato davanti alla Prefettura di Napoli, dove era in corso una riunione su Bagnoli con il ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti. «Questi bambini – hanno gridato con dolore – non avranno mai pace. Per loro non c’è giustizia». Maria Caccioppoli è una delle mamme. Ha perso suo figlio di otto anni per un tumore al cervello. «Proprio con una delle ma-lattie che rileva l’Istituto superiore di sanità» spiega. E aggiunge: «Vogliamo qualcosa di vero.
Non solo parole. Noi non possiamo subire queste perdite e tanto dolore». I dati già resi noti dall’Iss nel 2016 evidenziano di fatto un 'eccesso' di tumori tra i bambini nella Terra dei fuochi già all’età di un anno. Il rapporto riguarda 32 Comuni della Provincia di Napoli e 23 della Provincia di Caserta e conferma come in queste zone – tristemente note per lo smaltimento illegale dei rifiuti – si muore di più, si registrano più ricoveri e ci si ammala molto di più di tumore. «Ora basta con queste morti assurde» ha sottolineato don Maurizio Patriciello, sacerdote da sempre in prima linea nella denuncia dei roghi tossici.
L’allarme riguarda in primo luogo proprio i bambini: già nel primo anno di vita vengono colpiti da vari tipi di cancro, molto più frequentemente rispetto alla media. «Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori ed eccesso di tumori del Sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni – afferma l’Iss parlando di 'quadro critico' – sono stati osservati in entrambe le province » di Napoli e Caserta.
L’Iss rileva pure «un’elevata prevalenza alla nascita di malformazioni congenite in aree caratterizzate anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi». Un altro aspetto rilevante in relazione alla salute infantile è anche la situazione di povertà socioeconomica, con i bambini che vivono in zone povere che risultano i più vulnerabili. Una situazione critica che impone soluzioni e azioni.
I risultati del piano di sorveglianza epidemiologica hanno infatti evidenziato un «carico di patologie, nell’area in esame, per il quale le esposizioni a emissioni e rilasci dei siti di smaltimento e combustione illegale dei rifiuti possono avere svolto un ruolo causale o concausale». Da qui la necessità di una «implementazione del risanamento ambientale e l’immediata cessazione delle pratiche illegali di smaltimento e combustione dei rifiuti con il ripristino della legalità del ciclo dei rifiuti».
Sul versante roghi, l’anno 2016 ha confermato la tendenza in costante diminuzione degli incendi dolosi di rifiuti nelle aree della provincia di Napoli e Caserta. «Con esclusivo riferimento ai Comuni della cosiddetta terra dei fuochi, si registrano punte di oltre il 70% in meno rispetto allo scorso anno». A dirlo è il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. «Credo che questa attività di controllo abbia portato ad una riduzione di quegli episodi sul territorio che distruggono l’ambiente.
Tale risultato è stato possibile grazie al controllo ad ampio raggio da parte delle Forze dell’ordine, della polizia locale e degli ispettorati del lavoro dell’Inps e dell’Inail mirati sulle aziende che trattano le categorie merceologiche connesse agli abbandoni e ai roghi sulle aree nelle quali sono insediate». (Valeria Chianese - Avvenire)
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