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Terra dei fuochi, la voce di un prete, la voce di tutti

ORAZIO LA ROCCA Splash News
Pubblicato il 30-11--0001

Immensi appezzamenti di terreni agricoli da anni ridotti a discariche abusive per mano della camorra e della malavita organizzata

Ci voleva la “voce”di un prete per sollevare a livello nazionale e internazionale il dramma della Terra dei Fuochi, gli immensi appezzamenti di terreni agricoli (ma forse è meglio parlare ormai di terreni ex agricoli) da anni ridotti a discariche abusive per mano della camorra e della malavita organizzata nelle provincie di Napoli e di Caserta. È la voce di don Maurizio Patriciello (58 anni), parroco di San Paolo Apostolo al Parco in Caivano (Napoli), diventato il simbolo del riscatto degli abitanti delle terre prese d'assalto dagli scarichi abusivi e, di conseguenza, diventate le principali cause di malattie tumorali che proprio nel Napoletano e nel Casertano da troppo tempo stanno mietendo vittime tra tutta la popolazione, in particolare tra le fasce sociali più povere e più giovani.

“Un dramma che abbiamo avuto l'opportunità di illustrare il 22 gennaio scorso al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che con un gesto che conferma ancora una volta la sua profonda sensibilità ha voluto ricevere al Quirinale una ampia delegazione di mamme e famiglie che hanno perso figli colpiti dalle malattie causate dai fumi velenosi delle Terre dei fuochi”, spiega il sacerdote di Caivano all'indomani dell'incontro col Capo dello Stato, al quale ha avuto modo di illustrare dettagliatamente la situazione delle discariche abusive in Campania, un tema che lo stesso don Maurizio Patriciello affronta nei suoi frequenti commenti scritti in qualità di editorialista sul quotidiano cattolico Avvenire, il giornale della Conferenza episcopale italiana.


Don Maurizio Patriciello, Terre dei Fuochi sinonimo di immense aree agricole distrutte da scarichi abusivi bruciati da anonimi malviventi. Un male che grava su una comunità già alle prese da decenni con problemi di camorra e malavita organizzata “alimentate” da manodopera a basso costo direttamente legata a disoccupazione giovanile, a perdite di posti di posti di lavoro e a mancanza di adeguate politiche occupazionali. Non è scoraggiante tutto questo?

“Sì, purtroppo la tentazione di farsi travolgere da paura e scoraggiamento è sempre dietro l'angolo. Ma non ci abbatteremo mai. Non ci stancheremo mai di gridare forte le nostre denunce contro uno scandalo, qual è la distruzione di grandi appezzamenti di terreni da scarichi abusivi gestiti dalla mala vita organizzata. Non si tratta, e lo dico con dispiacere, di un problema solo di Caivano, ma di tutta la provincia di Napoli e di Caserta, dove da troppi anni tutti sapevano cosa stava succedendo nelle terre saccheggiate per scaricarvi e bruciarvi migliaia di quintali di scarichi abusivi, ma nessuno ha mai mosso un dito. Anzi, in troppi, anche a livello politico ed istituzionale, hanno fatto finta di niente mentre le malattie tumorali provocate dai rifiuti bruciati abusivamente mietevano vittime tra la popolazione innocente ed indifesa”.


Non è un paradosso che un problema così grande, come è lo smaltimento abusivo degli scarichi nei terreni un tempo agricoli, sia diventato cavallo di battaglia di un prete e della sua parrocchia?

“Di fronte all'indifferenza generale è stato naturale per me e per i miei parrocchiani affrontare a viso aperto questo problema, sollevandolo con denunce, appelli e manifestazioni all'attenzione nazionale. La difesa della vita, la promozione della vita, passa anche attraverso la denunzia delle cause che provocano malattie, impediscono di vivere degnamente e sono persino cause di morti per colpa delle esalazioni degli scarichi bruciati a cielo aperto abusivamente”.


E la sua voce ormai grida forte in difesa dei suoi parrocchiani, ma anche di tutte le popolazioni che vivono nelle Terre dei Fuochi. Perché lo fa?

“Lo faccio perché non potevo far finta di niente. Ho visto troppa gente morire a causa di queste esalazioni tumorali. Ho visto troppe terre, un tempo rigogliose e ricche, oggi distrutte dalle discariche abusive. Ho visto troppe autorità volgersi dall'altra parte, troppi sindaci non ammettere l'esistenza di un problema enorme come lo smaltimento abusivo dei rifiuti industriali nelle nostre terre. In tutta coscienza ho messo me stesso e la mia parrocchia al servizio di una causa sacrosanta, vale a dire la difesa dei nostri suoli dalle discariche abusive, perchè la vita si difende e si promuove anche con battaglie di questo tipo”.


Ma perché la malavita organizzata ha preso d'assalto i vostri territori con smaltimenti abusivi e rifiuti bruciati a cielo aperto, dove è ormai quasi impossibile vivere?

“Tutto nasce dal fatto che ci sono troppe aziende industriali che, eludendo leggi, controlli e norme in materia di tutela dell'ambiente, preferiscono affidare i loro scarichi alla camorra la quale, a sua volte, provvede a bruciarli dove capita. Essendo lavori industriali abusivi, i cui titolari ovviamente non pagano tasse e tributi previsti dalla legge, l'unico modo per far sparire qualsiasi traccia di quanto realizzato al di fuori delle norme correnti è far bruciare i rifiuti. Immaginiamo, ad esempio, una azienda di pellame che produce abusivamente borse, scarpe e cinte: se i proprietari non vogliono essere scoperti è fatale che affidino i rifiuti alla malavita organizzata per farli sparire. Da qui i roghi che da qualche anno spuntano improvvisamente, in particolare a Napoli e a Caserta, fuochi che provocano esalazioni pericolosissime per la salute e l'ambiente. Ma problemi altrettanto pericolosi arrivano anche da azienda abusive di coloranti o di oggettistica in plastica, i cui rifiuti hanno ormai distrutto migliaia di ettari agricoli tra l'indifferenza generale. Ma noi non ci fermeremo mai. Continueremo a difendere la salute dei cittadini minata dalle discariche abusive, senza tuttavia dimenticare di essere voce che denunzia con analoga determinazione anche tutti gli altri mali che affliggono non solo la Campania, ma tutto il Meridione, a partire dalla mancanza di lavoro e della lotta alle mafie ”.

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