San Francesco ha imitato Gesù più di ogni altro uomo sulla terra
Necessità in questi nostri tempi difficili: di testimoni che mostrino che si può essere davvero umani,
limpidamente e completamente umani, come Gesù lo è stato in maniera suprema, ed era un uomo come noi
eccetto che nel peccato, come lo è stato an Francesco muore accanto alla chiesina della Porziuncola, nella
piana di Assisi, dopo il tramonto del sole del 1226. Appena spirato i frati che lo assistevano lo depongono
nudo sulla nuda terra, come egli aveva chiesto. Sono passati oltre sette secoli e mezzo e lo spirito del
poverello di Assisi è ancora una risorsa per il rinnovamento della Chiesa, per la pace nel mondo, per il
rispetto del creato.
Uno degli atti certamente più rilevanti compiuti da Giovanni Paolo II è stata l'iniziativa di
invitare bi rappresentanti della grandi religioni ad un incontro di preghiera per la pace. È accaduto il 27
ottobre 1986. Papa Woytila era convinto che dal dialogo tra le religioni dipendeva la sorte della pace nel
nostro mondo. L'invito fu accettato perché l'appuntamento indicato era accanto alla tomba di S. Francesco.
Le dimissioni di Benedetto XVI e l'elezione del nuovo Papa sono avvenute in un momento complesso e
difficile della nostra Chiesa. Si avverte la necessità di cambiamenti profondi e l'ultimo Sinodo dei Vescovi ha
trattato della necessità di una nuova evangelizzazione. Per questo l'attesa di chi fosse il nuovo Papa è stata
vivissima, e non solo da parte dei cattolici. E il cardinal Bergoglio, scelto come successore nella cattedra di
Pietro, ha scelto per sé il nome di Francesco. La domanda viene spontanea: quale spiegazione dare a una
tale rilevanza che Francesco d'Assisi continua ad avere dopo così tanti secoli? Non siamo i primi a porci
questa domanda.
Le Fonti Francescane narrano che fra Masseo, compagno del Santo dalla prima ora, un
giorno chiese a Francesco: "Dico, perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di
vederti e d'udirti e d'ubbidirti? Tu non sei bello nel corpo tu non sei di grande scienza, tu non sei nobile; come
mai tutto il mondo ti viene dietro?". Francesco aveva risposto: "Vuoi sapere perché a me tutto il mondo mi
venga dietro? Gli occhi santissimi dell'altissimo Iddio non hanno veduto fra i peccatori nessuno più vile, né più
insufficiente, né più grande peccatore di me". Ai nostri giorni la risposta va cercata nella straordinaria
relazione tra S. Francesco e Gesù . Egli ha avuto un coraggio straordinario nel prendere sul serio,
radicalmente, Gesù. Sulle sue parole e sul suo esempio il Poverello di Assisi è andato continuamente
modellando la sua esistenza, fino ad assomigliargli in maniera così viva, nel corpo e nell'anima, che chi lo
incontrava aveva l'impressione di trovarsi di fronte a Gesù stesso. É questo che ci si aspetta da coloro che si
dicono cristiani, e anzitutto dai leader ecclesiastici Papa compreso: che prendano sul serio l'esempio e la
parola di Gesù , che gli assomiglino nel comportamento e nelle relazioni. E ciò per ridare un'anima grande
alla Chiesa, per ridare un'anima a questo nostro mondo, che sembra morire per carenza di cuore e di spirito
vero. Perché di questo c'è disperata neSan Francesco, che è stato chiamato "il secondo cristiano dopo
Gesù", come lo sono un numero incalcolabile di uomini e donne che si lasciano guidare, spesso nell'umiltà di
una vita che non fa rumore, dalle parole del Vangelo e dallo Spirito del Signore risorto. La nostra fede nella
risurrezione di Gesù ha la sua base solida nella testimonianza degli apostoli, chiara e credibile. Ad appena
qualche anno dagli avvenimenti S. Paolo può scrivere: "In seguito [Gesù risorto] apparve a più di cinquecento
fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a
Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me" (1Cor 15,6-8). Ma la nostra fede si
basa anche sulle esperienze di "risurrezione" di cui siamo testimoni anche a nostri giorni .
Anzitutto della
risurrezione di una umanità sana, positiva, generosa, impegnata, grazia ad una fede che sa resistere a mille
prove. Il Popolo di Pordenone
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