Rischio idreogeologico, 8 cantieri su 10 fermi
Un clima che cambia e un paese paralizzato dalla burocrazia
Il clima che cambia e un Paese fermo. Piogge sempre più intense, fiumi e torrenti che esondano con una frequenza elevata mai registrata negli ultimi anni, e infrastrutture ferme dagli anni Ottanta. Così in Italia si muore di maltempo, almeno 208 le vittime delle alluvioni dal 2000, mentre dei 9 miliardi stanziati dal 2015 per opere idrauliche, 7,5 rimangono nei cassetti della burocrazia. Soldi dispersi in mille rivoli tra Stato, Regioni, ex Province e strutture speciali: per la precisione tra 1.500 uffici dove spesso mancano perfino i tecnici per fare i progetti.
Il tutto in una zona d’Europa, l’Italia, che è tra quelle a maggiore rischio di dissesto idrogeologico. Ma se le opere per mitigare i danni da maltempo rimangono sulla carta, in compenso ogni secondo che passa due metri quadrati di territorio vengono cementificati trasformando interi quartieri in piscine all’aperto che poi sommergono tutto: persone, macchine e case come accaduto a Milano e a Palermo. Per rammendare il Paese e renderlo sicuro sul fronte alluvioni e frane la Corte dei conti ha stimato una spesa pari a 23 miliardi di euro. Stato, Regioni ed enti locali dal 2014 hanno in pancia 9 miliardi di euro (11 miliardi con i fondi aggiunti negli ultimi mesi) ma ad oggi sono stati avviati cantieri per appena 1,5 miliardi di euro: meno di un sesto dei fondi a disposizione. Ben 8.500 appalti sui 10 mila programmati sono fermi perché mancano i progetti esecutivi, perché gli enti coinvolti non si mettono d’accordo o semplicemente «per sciatteria », come sostiene l’ex capo della Struttura di missione del governo Renzi Erasmo D’Angelis: «Per realizzare le vasche di compensazione e altre opere attorno al Seveso dal 2015 sono a disposizione della Regione Lombardia 120 milioni e non un euro è stato speso — dice D’Angelis — in Liguria e sull’Arno a Firenze i lavori procedono spediti dopo i disastri degli anni scorsi, ma nel resto del Paese i cantieri sono fermi, dal Friuli Venezia Giulia per la messa in sicurezza del Tagliamento alla Sicilia».
A Palermo la scorsa settimana in una piccola area della città sono caduti in meno di due ore 130 millimetri di pioggia: un fenomeno mai registrato prima nell’Isola. Una parte della circonvallazione si è trasformata subito in un grande lago, cento auto sono state sommerse e solo per miracolo non ci sono state vittime. Un evento eccezionale, certo, ma il Comune e la Regione da anni hanno a disposizione 140 milioni di euro per rifare le fognature e realizzare vasche di contenimento: soldi mai spesi tra continui rimpalli di responsabilità. «Proprio il caso Palermo è emblematico — dice il professore di idrologia del Politecnico di Torino Pierluigi Claps, esperto di bombe d’acqua — perché sistemi fognari realizzati negli anni Ottanta oggi non reggono più queste intensità di pioggia».
Una delle aree considerate tra quelle più a rischio d’Europa è la zona del Tevere: sul fiume di Roma sono programmati da decenni 111 interventi per un valore di un miliardo di euro. Non un cantiere è stato ancora aperto, mentre il rischio esondazione del corso d’acqua è dietro l’angolo: «Trecentomila romani vivono in case a rischio allagamento e abbiamo stimato un danno da 28 miliardi di euro in caso di un’alluvione intensa», dice D’Angelis che adesso guida l’Autorità di bacino dell’Appennino centrale. Ma se il cemento che serve per mitigare il rischio esondazioni e frane è fermo, c’è un altro cemento che avanza e rende l’Italia sempre più una grande vasca a cielo aperto: secondo l’ultimo report dell’Ispra ogni secondo 2 metri quadrati di suolo vengono cementificati in un Paese che ha già sotterrato 20 mila chilometri di torrenti e fiumi pronti ad esplodere ogni volta che piove forte. E a proposito di piogge il futuro è segnato: «Per la prima volta abbiamo condotto uno studio che segnala un aumento costante delle alluvioni nel centro Europa — dice Alberto Viglione del Politecnico di Torino — in un’area che coinvolge il Po, l’Adige, l’Arno e perfino il Tevere»
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