Proietti: se lo facciamo ad Assisi, possono farlo tutti
Una Comunità Energetica Rinnovabile
L’obiettivo di una CER (Comunità energetica rinnovabile) è il decentramento della produzione energetica attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali, imprese e altre realtà del territorio per produrre, consumare e scambiare energia rinnovabile in un’ottica di autoconsumo e collaborazione. Una CER può gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile. I membri della comunità energetica sono quindi protagonisti attivi nella gestione dei flussi energetici e grazie alla loro cooperazione possono ridurre sensibilmente la spesa legata all’acquisto di energia da rete accedendo oltretutto ai meccanismi di incentivazione previsti.
La sindaca di Assisi, Stefania Proietti ci spiega come sia possibile realizzare una CER anche in un centro storico tutelato da molti vincoli. Nel caso specifico rientra anche nell’adesione al Patto dei Sindaci per il clima e l'energia, i cui firmatari si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030 e ad aumentare la loro resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici. In tale ottica, il Comune di Assisi ha posto come obiettivo un aumento di 3 GWh/anno di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Sindaca Proietti, ci spiega come pensate di realizzare una Comunità Energetica ad Assisi? Si tratta di una città sottoposta a numerosi vincoli ambientali, architettonici e paesaggistici.
Facciamo un passo indietro. Cosa è una Comunità Energetica Rinnovabile? Un insieme di utenze e utilizzatori che autoproducono energia da fonti rinnovabili e la auto consumano grazie ad una possibilità data da un decreto governativo, prima non era possibile. Ricordo che nel mio dottorato di ricerca, nel 2003, che trattava proprio il tema della generazione distribuita di energia - oggi comunità energetiche - studiai la rete di distribuzione umbra, perché questo offriva la possibilità di un importante risparmio anche in perdite, perché parte dell’energia prodotta dalle grandi centrali, prima di giungere nelle nostre case, si perde lungo il tragitto, sia come perdite di calore che elettriche.
Auto producendola si evitano tutte le perdite di sistema. L’arrivo del fotovoltaico non ha più dato la possibilità di auto produrre, perché conveniva vendere al sistema. I finanziamenti che sono stati elargiti - anche se importantissimi - non hanno fatto centro: si ricevevano solo quando si dava energia al sistema elettrico che la redistributiva. Non c'era scambio sul posto: do energia al sistema e da questo la riprendo quando ne ho bisogno.
Oggi invece con le comunità energetiche rinnovabili si torna a parlare di scambio sul posto. Un decreto del governo ha dato il via alle piccole comunità, quelle sotto i 200 kW già possono essere costituite: un piccolo paese, non sottoposto a troppi vincoli, può sistemare pannelli solari sui tetti con maggiore superficie e auto consumano l’energia che producono. Per Assisi la situazione è un po’ più complessa ma non impossibile, logicamente non potremmo mai sistemare dei pannelli solari sopra al tetto della Basilica, per fare un esempio. La possibilità è data proprio dalla rete. Appena saranno pronti i decreti attuativi del disegno di legge in materia di comunità energetiche che allargheranno la maglia a oltre i 200 kW, salvaguardando paesaggisticamente il centro storico ci rivolgeremo alle nostre zone industriali puntando ad una alleanza, potremo costruire una grande comunità energetica: da quei tetti si produce energia che potrà essere utilizzata anche per il centro storico.
Si tratta di un progetto ambizioso. Come pensate di riuscirci?
Abbiamo trovato molto interesse da parte delle industrie, anche Confindustria Umbria ha dato il suo sostegno. Da qui a due anni tutte le fabbriche del territorio avranno, per forza perché i costi energetici non diminuiranno, i tetti fotovoltaici producendo energia che poi potranno condividere per le utenze pubbliche del comune, come le scuole, oppure per le case popolari. Per fare questo abbiamo messo a disposizione un questionario da compilare online (Sportello energia). Dobbiamo riuscire a costruire una comunità energetica il più ampia possibile. Come detto Confindustria Umbria ci sta aiutando, ma comunque non copre il 100% delle aziende, come ad esempio proprietari di piccoli capannoni ma che per la causa sono importantissimi.
Più siamo e meglio è! Inoltre il comune ha vinto un progetto europeo con Verso Assisi Carbon Neutral, questo è stato possibile grazie al Piano di azione per l’energia e il clima approvato nel 2017, un piano che si accompagna al Patto dei sindaci, ovvero una dichiarazione di intenti per la riduzione delle emissioni di CO2. Ci siamo dati come traguardo il 40% in meno entro il 2030 di CO2 emessa da tutto il territorio comunale. Grazie a questo l’Europa ci ha offerto un finanziamento che ci permette di avviarci alla creazione della Comunità energetica. Con la possibilità di sostenere le pratiche chi aderisce.
Come mai crede che i costi dell’energia non diminuiranno?
Chi, come me, si occupa di energia sapeva che sarebbe potuta scoppiare una guerra legata al gasdotto che porta alla Russia. prima o poi qualcuno si sarebbe avventato per accaparrarsi questa risorsa fossile. Risorse fossili da cui ci dobbiamo emancipare. Come Comune abbiamo aderito al progetto DIVEST, disinvestimento dalle fonti fossili. Passare oggi al rinnovabile significa anche fare azioni di pace, perché le guerre continueranno a scoppiare dove sono i giacimenti di fonti fossili, dove passano, o dove dovrebbero passare.
Che vantaggi si avranno dalla Comunità energetica?
Sicuramente di pace, economici, ambientali - non c’è consumo di suolo - e anche nella creazione di una comunità di cittadini che si confronta, dialoga e si riconosce in certi legami.
Cosa si sente dire agli altri comuni?
Se ci riesce Assisi, rispettando tutti i vincoli che la tutelano, si possono, con intelligenza, utilizzare le fonti rinnovabili, senza rovinare nulla del paesaggio e dell’arte.
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