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Le lanterne verdi della speranza

Silvia Ceccarelli Ansa - SIR
Pubblicato il 20-01-2022

Cosa resta dell’umanità?

La piccola fiammiferaia è una fiaba che racconta la storia di una povera bambina costretta dal padre a vendere fiammiferi per la strada. In una fredda giornata d’inverno, la povera bambina inizia a scaldarsi accendendo i fiammiferi e ad ogni fiammifero acceso ripensa a tutte le cose che nel corso della sua breve vita aveva sognato, a tutto ciò che poteva farla star bene, come la sua amata nonna, che le apparirà in sogno poco prima di morire sopra un marciapiede ghiacciato. Ora immaginiamoci un finale diverso.

L’associazione Save the Children, alla luce degli ultimi eventi che hanno visto coinvolti giovani migranti, ha ripreso la favola di Andersen per lanciare l’iniziativa #lanterneVerdi. Sarà balzata sui giornali e su tutte le emittenti televisive nazionali e internazionali la notizia di un bambino siriano di soli due anni che ha perso la vita al confine tra la Polonia e la Bielorussia, un gruppo di volontari di una organizzazione non governativa ne ha recuperato il corpo tra un mucchio di foglie nella foresta prossima ai confini con la nazione polacca.

È la tredicesima vittima tra tutti quei migranti che nelle ultime settimane hanno tentato di sfuggire dall’inferno in cui sono costretti a vivere, perché di certo quando si sfugge disperatamente dalla terra d’origine, portando con sé i propri cari a rischio della propria stessa vita non lo si fa per diletto, non lo si fa per nuocere gli interessi del prossimo, ma è perché si cerca di raggiungere un porto sicuro dove poter costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli.

A quel bambino siriano è stato impedito di mettersi in salvo, di varcare le porte di un nuovo mondo dove ricominciare a vivere insieme alla sua famiglia, quel bambino è stato trattato come un nemico da combattere con forza e brutalità, come un invasore.

La morte di questa piccola creatura pesa nel cuore di tutti, europei e non, atei e credenti, non è accettabile che ai nostri tempi nessuna politica si adoperi in modo concreto per contrastare questo fenomeno che ha ormai raggiunto livelli impressionanti. Papa Francesco ha detto di recente che le nostre terre, i nostri mari sono diventati cimiteri e che i morti vi giacciono senza che c’è dato saperne i nomi, senza poterne riconoscere i volti. Sono migranti costretti a vivere dietro un filo spinato, in campi di fortuna, dove la fame e il freddo metterebbero alla prova chiunque, uomini che hanno dovuto subire violenze e respingimenti oltre che la violazione di quei diritti umani conquistati a suon di battaglie nel corso dei secoli.

Di tutto cosa resta? Cosa resta dell’umanità? Restano i volontari che quotidianamente si mettono al servizio dei migranti, strappando ognuno di loro alla violenza e alla morte. Sull’esempio delle ONG polacche, che accendendo lanterne verdi durante le ore notturne attirano i migranti per prestare loro soccorso, Save the Children, che riproposto la fiaba della piccola fiammiferaia per scriverne un nuovo epilogo, ha fatto appello a tutti i Paesi europei affinché accolgano e proteggano i migranti in fuga dal loro paese nativo, tutelandone i diritti e la dignità.

Chi si adopera per aiutare i suoi simili con opere di bene va ogni giorno incontro al Signore, perché in Lui si riflette il volto della sofferenza di queste persone. «Ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito» (Mt 25,35-36) – queste le parole di Gesù, sulle quali anche San Francesco ha edificato tutta la sua vita.

 

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