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La Sala Nervi, un moderno abbraccio col Rinascimento

ORAZIO LA ROCCA Ansa - Osservatore Romano
Pubblicato il 30-06-2021

L'aula ha ospitato oltre 12 milioni di fedeli e pellegrini 

Quando l'architettura sacra moderna incontrò quella rinascimentale fu un trionfo di stile e di bellezza. Un successo della scuola architettonica italiana di ieri e di oggi. Accade, per la prima volta, una cinquantina d'anni fa dentro le mura dello Stato della Città del Vaticano, grazie al coraggio creativo di due personalità differenti e complementari, papa Paolo VI e Pier Luigi Nervi, architetto tra i più grandi al mondo, che “osò” sfidare Michelangelo con la sua “creatura” più nota, la modernissima Aula “Paolo VI” in Vaticano, realizzata al cospetto del gioiello architettonico per eccellenza del Rinascimento, la Basilica di San Pietro con relativa Cupola, frutto del genio michelangiolesco. Mezzo secolo fa. Un evento destinato a rivoluzionare i libri di storia dell'arte.

La grande “sfida” Nervi-Michelangelo prende corpo e vita dal 1964 al 1971, quando il grande architetto romano progetta e realizza a poche decine di metri dalla Basilica vaticana l'ultra moderna sala delle udienze papali, che prenderà il nome del Papa che è stato il suo principale sponsor, Paolo VI, su decisione del successore Giovanni Paolo II. L'Aula il 30 giugno ha tagliato il traguardo dei primi 50 anni di vita, essendo stata inaugurata da papa Montini con la prima udienza pubblica del 30 giugno del 1971, suscitando subito grande interesse ed ammirazione in tutto il mondo, accolta dalla critica universale come ideale sintesi architettonica tra le strutture sia antiche che contemporanee. Monumento-simbolo della moderna edilizia realizzata – particolare non trascurabile – all'interno del Vaticano, che Nervi concepisce con un disegno avveniristico, nelle forme, nei materiali da costruzione e nella capacità ricettiva, caratterizzato da una ardita elegante copertura ondeggiante in cemento armato, capace di suscitare una strana sensazione “ondulatoria” e di accogliere al suo interno, fino a 12 mila persone.

In vista delle celebrazioni d’Oltretevere per ricordare l'evento, storia, curiosità, aneddoti e dati statistici sono stati raccontati da monsignor Leonardo Sapienza, Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, tra i più attenti e documentati biografi di Paolo VI, in un libro, pubblicato dalle Edizioni Viverein, uscito alla fine di marzo scorso. È un testo ricco anche di immagini d'epoca, che fin dal titolo, La Chiesa deve osare, mette bene in evidenza la ferma volontà dell'allora pontefice di dotare il piccolo Stato vaticano di una struttura ad hoc per le udienze pubbliche caratterizzata da un progetto architettonico d'avanguardia, aperto al nuovo, per niente “intimidito” dalle austere strutture rinascimentali presenti da secoli accanto all'area scelta per la costruzione, tra la via Teutonica e via della Sagrestia, “occupata dall'Oratorio di San Pietro e da modeste costruzioni, tra cui il Museo Petriano che – scrive monsignor Sapienza – saranno abbattute per far posto alla nuova Aula...”. 

Inedito anche il racconto del primo incontro tra Paolo VI e Nervi nel maggio del 1964. Il Papa con grande decisione invita l'architetto “a costruire un luogo adatto per accogliere le folle sempre più numerose di fedeli e pellegrini, incoraggiandolo – scrive monsignor Sapienza – a tentare di realizzare un'opera non meschina o banale, ma cosciente della sua privilegiata collocazione e della sua ideale destinazione”. Nervi – già universalmente conosciuto come tra i più grandi progettisti contemporanei – “domanda a Paolo VI – si legge ancora nel libro – se, a due passi dalla cupola michelangiolesca, avrebbe potuto osare”. La risposta di papa Montini non lascia margini di dubbio: “Osi! Bisogna saper osare al momento giusto!”, la decisa risposta del pontefice. E Nervi osò, concependo un'aula delle udienze pubbliche tra le più belle ed accoglienti, tra i massimi esempi di architettura moderna; uno spazio dominato al suo interno da un mirabile trionfo di linee ondeggianti che danno vita ad una copertura che accompagna lo sguardo dei pellegrini in entrata verso uno sfondo scenografico dominato dalla maestà della gigantesca scultura bronzea del Cristo Risorto realizzata da un altro grande maestro del Novecento, lo scultore Pericle Fazzini. Oltre all'aula, la struttura prevede sale per udienze, uffici, servizi.

Da quel primo incontro con Paolo VI, Nervi esce “scosso e turbato”, perché “la sola idea di dover costruire un edificio all'ombra della basilica di San Pietro gli procura un autentico tormento interiore. Tuttavia, incoraggiato dalle parole del Papa ritrova l'abituale, coraggioso entusiasmo”. E l'Aula vide la luce.  I lavori iniziano nel maggio del 1966 con i primi sbancamenti. Cinque anni dopo l'opera è completata. L'inaugurazione ufficiale, nella prima udienza pubblica, durante la quale Paolo VI, davanti a migliaia di fedeli spiega, tra l'altro, che “oggi inauguriamo questa bella e grande aula che noi abbiamo voluto fosse costruita soprattutto per due motivi: per liberare la Basilica di San Pietro dall'afflusso divenuto consueto della moltitudine eterogenea e vivace, che affolla le nostre udienze generali, e per offrire ai nostri visitatori un'aula d'accoglienza più adatta […] dobbiamo esprimere la nostra compiacenza con l'architetto Pier Luigi Nervi, ideatore di questa costruzione [...] noi stessi, prevedendone le dimensioni, proporzionate allo scopo, lo abbiamo incoraggiato ad 'osare', ben sapendo come egli avesse genio e virtù per tale impresa e come l'incombente vicinanza della basilica di San Pietro esigesse non certo la velleità di una emulazione, ma l'impegno a tentar opera non meschina o banale”. 

Inutile dire che Nervi non tradisce per niente le attese di Paolo VI. Da quella prima udienza pubblica ad oggi l'aula ha ospitato oltre 12 milioni di fedeli e pellegrini per le udienze papali tenute da Paolo VI a Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco, ma accogliendo anche concerti di musica classica, pop e rock, eventi culturali e manifestazioni di solidarietà. Nella realizzazione dell'opera e per seguire i lavori del cantiere, Nervi è affiancato da un nutrito staff di collaboratori, tra i quali diversi giovani architetti, come Andrea Cordero di Montezemolo – tra i progettisti più accreditati provenienti dalla storica Facoltà di Architettura di Valle Giulia di Roma. Dopo l'esperienza accanto al maestro Nervi nell'impresa dell'aula vaticana, Cordero di Montezemolo decide improvvisamente di cambiare vita entrando in seminario per prendere i voti sacerdotali. Una scelta che lo porterà ad intraprendere una importante carriera diplomatica al servizio della Santa Sede, ma senza mai rinnegare le sue origini architettoniche, avendo sempre cura di tenere accanto alla scrivania cardinalizia il suo amato tavolo da disegno. 

 

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