attualita

Il confronto tra Silvia Giacomoni e il cardinale Martini

Antonio Spadaro Archivio Ansa
Pubblicato il 23-04-2021

Una comunione di cammino

L' epistolario di Silvia Giacomoni con il religioso di Antonio Spadaro «Caro cardinale Martini, seguito a leggere le sue cose, sono in costante dialogo con lei e forse è per questo che [] sto qui, davanti al video acceso, scrivo due righe, cancello. [] Caro cardinale Martini, mi scriva lei due righe. Con affetto». È questo il paradosso che Silvia Giacomoni consegna all' arcivescovo di Milano in una lettera del 7 marzo 1994, raccolta in un volume dal titolo Diavolo d' un cardinale. Lettere (1982-2012) edito da Bompiani. È il senso apparentemente contraddittorio di un libro che invece è la raccolta di ben 103 lettere, molte delle quali proprio della Giacomoni. (...)

Le lettere rappresentano un accostarsi rispettoso di percorsi che si congiungono sotto forma di domande poste, letture suggerite, consigli e perfino rispettosi rimproveri. Ma soprattutto forti risonanze rispetto alle parole scambiate per iscritto. «Io dal vescovo - scrive la Giacomoni - non mi aspetto sermoni, ma qualcosa che metta in moto la mia testa». Da parte sua pure Martini esprime spesso il desiderio di comprendere. Il loro dialogo non è mai teso alla "conversione" quanto alla comprensione da parte dell' uomo di Chiesa delle istanze che la donna non credente pone con garbo. (...)

Martini dichiara di riuscire a leggere solo ciò che lo afferra, cioè argomenti di filosofia o simili. Meno narrativa e poesia, per le quali ha bisogno di qualche tempo per entrare. La Giacomoni invece non esita a richiamare il cardinale: «mi chiedo come si possa sapere qualcosa dell' uomo moderno se non si è mai letto Vita e opinioni di Tristram Shandy , Le rouge et le noir , La coscienza di Zeno ». E il cardinale ribatte, quasi giustificandosi: «proprio perché convinto della forza modellatrice che hanno sull' inconscio, vorrei scegliere i miei modelli per conservare la libertà ». (...)

Troviamo un altro elemento di dialogo nella tensione tra le realtà presenti e quelle ultime. La cultura lombarda - «quel suo grande confratello, Matteo Ricci, si incultura coi cinesi. Non vuole inculturarsi con i lombardi?», chiede la Giacomini al cardinale - è tutta della realtà, mentre egli si sente «fatto più per le cose del cielo che per quelle della terra», e dichiara di far fatica a entusiasmarsi per la realtà di questa terra. Eppure anche qui a parlare di cielo è un arcivescovo che si è immerso radicalmente nelle dinamiche della città terrena con discorsi e gesti memorabili. Si scopre quindi che questo epistolario è un fascio di tensioni. I due interlocutori si aiutano reciprocamente, si accolgono per come sono, si stimano. L' unico ospite indesiderato nel parlare di tutto - media, ecumenismo, Tangentopoli, aborto, Lega, preghiera, Israele - è il moralismo che «viene da una incapacità di vedere con chiarezza se stessi e i propri limiti». (L'articolo completo su Repubblica)

 

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA