attualita

Il Capitale umano: Bill Gates, imprenditori e lotta alle malattie

Lorenzo Guadagnucci Ansa - LUDOVIC MARIN / POOL
Pubblicato il 26-04-2020

Nell'800 l'ideale atto di nascita delle Fondazioni

Bill Gates è trattato in mezzo mondo come un capo di Stato, non in omaggio ai suoi successi imprenditoriali, ma per il ruolo assunto dalla sua Fondazione (intitolata anche alla moglie Melinda), che oggi è fra i maggiori finanziatori dell'Organizzazione mondiale della sanità e uno dei grandi attori globali nella lotta contro virus e malattie endemiche.

Non sorprende perciò che il fondatore di Microsoft annunci al mondo, come ha fatto ieri tramite intervista al Times, d'essere pronto a finanziare la produzione del vaccino per il Covid 19, se e quando questo sarà individuato. Gates sta monitorando i progetti di ricerca più avanzati e al Times ha menzionato come promettente quello in corso ad Oxford (al 50% italiano): «Se i risultati delle sperimentazioni saranno quelli attesi, io e altri in un consorzio faremo in modo che ci sia una produzione massiccia» del vaccino.

Fuori dal mercato, quindi, e anche dall'orbita statuale, prevenendo ogni possibile conflitto per ragioni di profitto o di interesse politico. Bill Gates, insomma, fa il suo mestiere di grande mecenate, secondo le migliori tradizioni del capitalismo anglosassone.

Andrew Carnegie, grande industriale dell'acciaio, definì già alla fine dell'800 i princìpi della moderna filantropia d'impresa. «Il ricco - scrisse in The Gospel of Wealth - è il depositario di una fortuna che deve avere a disposizione per il bene comune e la sua carriera va divisa in due tempi: l'acquisizione e la distribuzione».

È l'ideale atto di nascita delle Fondazioni, tipiche di un modello che privilegia beneficenza e compassione rispetto ai diritti di cittadinanza, alla base invece dello stato sociale radicatosi in Europa. L'idea, nel mondo anglosassone, è che i grandi imprenditori, dopo avere accumulato ricchezza, si mettano alla guida di istituzioni benefiche, in modo che il loro talento vada a vantaggio della società. È così che scuole, università, ospedali, enti culturali e di ricerca sono nati sulla spinta di grandi uomini d'affari e ne portano ancora il loro nome, a cominciare proprio da Carnegie.

È così che Henry Dunant, imprenditore svizzero di fede calvinista, fonda nel 1864 la Croce Rossa, merito che gli varrà nel 1901 il Premio Nobel per la pace, e che John Muir, naturalista e amministratore di grandi proprietà terriere, dà vita nel 1892 al Sierra Club, ancora oggi la principale organizzazione ambientalista degli Stato Uniti. Ai giorni nostri sono alla testa di fondazioni benefiche tutti o quasi tutti gli uomini più ricchi del pianeta.

Qualche nome: Amancio Ortega, patron di Zara, ha creato una fondazione che si occupa di assistenza sociale; Larry Ellison, fondatore di Oracle, ne ha istituita una che fa ricerca sulle malattie legate all'età; George Soros, finanziere, è a capo della notissima Open Society, impegnata in ambito civile e culturale. E così via.

Su tutti, nell'ultimo secolo, spicca il caso di John D. Rockefeller, pioniere del mecenatismo in ambito sanitario, grazie all'impegno della sua Fondazione contro malaria, anchilostomatide, febbre gialla. Ne sappiamo qualcosa in Italia, visto che fu la Rockefeller Foundation a promuovere la nascita nel 1925 della Stazione sperimentale per la lotta antimalarica, presto divenuta un modello in tutto il mondo.

La Fondazione finanziò nel '28 anche l'Istituto di sanità pubblica, destinato a diventare l'attuale Istituto superiore di sanità. Insomma, l'impegno attuale di Bill Gates ha un retroterra prestigioso, e visto che il fondatore di Microsoft viene considerato come un capo di stato, può rifarsi anche all'esperienza di Franklin Delano Roosevelt, presidente degli Stati Uniti dal 1933 al '45, costretto alla sedia a rotelle da una forma di poliomielite. Nel 1926, il futuro presidente creò con i suoi soldi in Georgia un Istituto per la riabilitazione destinato ai malati di poliomielite. Sapeva già che lo Stato non poteva e non voleva fare da solo. (La Nazione)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA