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Gli abitanti di Orta contestano i francescani: Ospitate troppi stranieri, Legro è piccola.

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

I francescani contestati dagli ortesi: è accaduto ieri nella frazione di Legro, a Villa San Francesco, la struttura dei frati minori che da due settimane ospita una trentina di profughi. Ieri fra Maggiorino Stoppa, ministro provinciale del Piemonte dei francescani, e Islao Patriarca, responsabile della cooperativa che gestisce l'accoglienza dei profughi, hanno illustrato il progetto avviato con i profughi, ma i numerosissimi abitanti hanno più volte contestato la presenza degli stranieri e il metodo con cui è avvenuta.


«In questo momento qui ci sono più di trenta persone, la capienza della struttura è di 80: come può Legro, che ha meno di 500 abitanti, possa assumersi un onere di questo genere? Che garanzie abbiamo dal punto di vista sanitario e della sicurezza? Come si può scaricare tutta questa responsabilità su un paese che vive di turismo?»: sono alcune delle domande poste ai francescani e a Patriarca.


Il coordinatore ha ricordato che i profughi, africani e per la maggior parte cristiani, «devono accettare le regole che noi diamo loro. Il nostro progetto è basato sull'apprendimento dell'italiano e sul lavoro. I ragazzi hanno capito». Le polemiche si sono indirizzate verso i francescani, contestati per avere utilizzato l'ex albergo, chiuso da due anni, senza dare seguito alle intese col Comune. «Con la precedente  amministrazione comunale - ha precisato fra Maggiorino - avevamo proposto uno scambio tra Villa Serena e le attuali scuole di Orta, ma poi l'idea è tramontata. Non ci sono stati altri accordi». Roberto Secci, consigliere di maggioranza, ha però smentito: «Due mesi fa era stato proposto dal Comune uno scambio, per un comodato trentennale, tra Villa Serena, da utilizzare come scuola, e il convento del Sacro Monte». Fra Maggiorino ha replicato che l'ordine non è disposto allo scambio e dalla platea è partita la contestazione.


Il sindaco Giorgio Angeleri ha precisato: «Il Comune può solo limitarsi a controllare che la struttura funzioni in

modo efficace. Il problema è mantenere tranquilli i rapporti tra i residenti e gli ospiti». (La Stampa - Novara)

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