Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Il nome dato al fenomeno è femminicidio, ossia “uccisione diretta o provocata, eliminazione fisica o annientamento morale della donna e del suo ruolo sociale” così il dizionario Treccani ci descrive il nefando atto di violenza contro le donne. Violenza, ma forse, purtroppo, sarebbe meglio scrivere “violenze”, al plurale, perché ormai sono tante, troppe, che - molto spesso - sfociano, in maniera tragica, nell’uccisione della vittima: una donna, appunto.
Vi è poi, la violenza che passa attraverso il web: l’insulto e l’aggressione sessista passano, molto spesso, attraverso il mezzo internet, quasi come se il virtuale fosse meno reale, meno temibile: è lì, sullo schermo di un pc o di uno smartphone, e - in molti casi - diviene quasi scusabile (“E’ solo un gioco”, si dice), o comunque sempre ritrattabile (“Non volevo dire questo” e subito dopo si cancellano i messaggi su facebook o su altre piattaforme). Eppure, è un pericolo sempre più presente in una società sempre più digitale: ma basta una piccola scintilla per far sì che le parole diventino azioni, crimini.
Davanti a questo scenario così riprovevole, il 25 novembre di ogni anno è sempre una giornata speciale. È un giorno per ricordare, per fare memoria di tutto questo nefasto panorama: è “La giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L’assemblea dell’Onu, in quel 1999, invitò i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla delicata questione. Le Nazioni Unite, sei anni prima, nel 1993, aveva già definito la violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che provoca o possa provocare danni fisici, sessuali o psicologici alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella vita pubblica o privata”.
25 novembre: perché proprio questa data? Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo per scoprirlo. Anno 1960; tre sorelle - Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal - nate a Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo nella Repubblica Dominicana, avevano combattuto contro il governo del dittatore Rafael Trujillo (1930-1961): per tutti, le tre sorelle, avevano assunto il nome di “Las Mariposas”, “Le farfalle”.
Per il loro impegno politico, i mariti delle Mirabal erano stati messi in prigione. Il 25 novembre del 1960, mentre le sorelle si stavano recando a far visita ai loro mariti, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare; vennero condotte in un luogo nascosto e furono torturate, massacrate a colpi di bastone, poi strangolate; per essere gettate, infine, in un precipizio, a bordo della loro auto: si voleva simulare un incidente. Per questo motivo, è stata scelta la data del 25 novembre.
Secondo alcuni dati della “ActionAid”, organizzazione internazionale indipendente presente dal 1972 in oltre 45 paesi a fianco delle comunità più povere per combattere l'ingiustizia in tutto il mondo, si stima che: circa il 35% delle donne abbia subito violenza, sessuale e non, almeno una volta nella vita; nel 38% dei casi di omicidi di donne, il colpevole è il partner; le bambine già sposate con un uomo (solitamente molto più grande) ammontano a 22 milioni circa; nonostante sia un fenomeno in diminuzione dalla metà degli anni Novanta, tre milioni di donne e di bambine sono a rischio (nella sola Africa) di FGM (female genital mutilation, mutilazioni genitali femminili); nel 30% dei casi a livello globale, le donne subiscono violenza dal proprio partner all’interno delle mura domestiche.
Sono numeri impressionanti; numeri che fanno riflettere; numeri che - soprattutto - vanno combattuti. Già ricordarli, potrebbe essere importante proprio per fare memoria; e, i mezzi di comunicazione, possono avere questo compito: far luce sulle ombre nere per combatterle con la luce della verità, per fare in modo che non ci siano più, nel mondo, sorelle Miralab.
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