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Giornata Mondiale contro la pena di morte

Mario Scelzo web
Pubblicato il 30-11-2018

Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana.

“Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anco non gravi … il Governo nella punizione dei Delitti … è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo … tale efficacia e moderazione insieme si ottiene più che con la Pena di Morte, con la Pena dei Lavori Pubblici, i quali servono di un esempio continuato, e non di un momentaneo terrore, che spesso degenera in compassione, e tolgono la possibilità di commettere nuovi Delitti, e non la possibile speranza di veder tornare alla Società un Cittadino utile e corretto … avendo altresì considerato che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano … Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite…

Tale è la Nostra volontà, alla quale Comandiamo che sia data piena Esecuzione in tutto il nostro Granducato, nonostante qualunque Legge, Statuto, Ordine, o Consuetudine in contrario.”

Dato in Pisa li 30 Novembre 1786



La Giornata Mondiale contro la Pena di Morte si celebra da anni il 30 novembre, ricordando appunto l’emanazione del Codice Leopoldino nel Granducato di Toscana, primo paese nella storia ad aver abolito la pena capitale. Quale la situazione al giorno d’oggi? Quali le prospettive per il futuro? Quale la posizione della Chiesa Cattolica? Proviamo a rispondere.


Se si prendono in considerazione i dati dell’ultimo anno completo, il report di Amnesty International, pubblicato nell’aprile 2018 ma con numeri relativi al 2017, registra 993 esecuzioni: il 4% in meno dal 2016 (1.032 esecuzioni) e il 39% in meno dal 2015 (anno in cui l’organizzazione ha rilevato 1.634 esecuzioni, il più alto livello dal 1989). Si tratta ovviamente dei dati “ufficiali”, va purtroppo segnalato che in alcuni paesi, come ad esempio in Cina, i numeri ufficiali sulla Pena di Morte rimangono segreti in quanto classificati come “segreto di stato”.


Buone notizie per il fronte abolizionista arrivano dai dati relativi ai singoli paesi. La prima interessante novità è che due paesi, la Mongolia e la Guinea, hanno abolito la Pena Capitale. La “fotografia” del 2017 certifica che sono 106 le nazioni ad aver cancellato le esecuzioni per ogni reato, mentre 8 Stati l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, come per esempio i crimini di guerra. Altri 28 sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte. In totale, 142 Stati hanno cancellato la pena di morte nella legge o nella pratica, mentre 56 la mantengono in vigore, anche se nei fatti “solo” in 23 stati, nel 2016, hanno avuto effettiva esecuzione delle condanne a morte.


In realtà, proprio nei giorni scorsi, partecipando all’XI Incontro Internazionale dei Ministri della Giustizia, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio (da anni in prima linea nella lotta contro la Pena Capitale, il 30 Novembre alle ore 18.00 si terrà un manifestazione al Colosseo per tenere alta l’attenzione sul tema), il Ministro della Giustizia della Malesia ha confermato la decisione presa dalla nazione asiatica di abolire la Pena di Morte, salvando così la vita ai 1.281 condannati a tale pena nel paese.


Il 2018 ha visto una importante novità sul tema in ambito ecclesiale, grazie alla Nuova Redazione del Numero 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel rescritto, diffuso dalla Santa Sede lo scorso 2 Agosto, si legge: “La Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo”. Contestualmente, è stata inviata a tutti i vescovi del mondo una lettera, che accompagna il rescritto, nella quale si afferma che la Chiesa Cattolica “vuole costituire una spinta a un deciso impegno, anche attraverso un rispettoso dialogo con le autorità politiche, affinché sia favorita una mentalità che riconosca la dignità di ogni vita umana e vengano create le condizioni che consentono di eliminare oggi l’istituto giuridico della pena di morte laddove è ancora in vigore”.



Può sembrare una questione di lana caprina, in quanto per trovare l’ultima esecuzione di una pena capitale nei pressi del Vaticano dobbiamo tornare nel 1870 alla Breccia di Porta Pia ed allo Stato Pontificio, eppure la sola presenza nei testi del catechismo di una seppur velata legittimità alla pena capitale lasciava un velo di ambiguità che bene ha fatto Papa Francesco a dissolvere.


Sono passati 230 anni dalla emanazione del Codice Leopoldino, molta strada è stata fatta, molta ne resta da fare ma ogni anno che passa è portatore di novità positive.


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