Cosa stanno facendo i francescani per i terremotati di Siria?
il terremoto si è sovrapposto alla distruzione della guerra
Una luce tra i terremotati della Siria è quella che hanno acceso i francescani. In un momento così buio, la rete dei frati della Custodia di Terra Santa, ha avviato una mobilitazione con aiuti concreti che stanno arrivando in tutte le città più colpite dalla catastrofe.
Il custode di Terra Santa padre Francesco Patton, in un’intervista rilasciata al sito ufficiale della Custodia, afferma: «Sono in contatto quotidianamente con tutti i frati che attualmente vivono in Siria. A Damasco la situazione è sostanzialmente tranquilla perché la città non è stata colpita in modo forte dal terremoto, mentre più grava è ad Aleppo».
PRIMA LE BOMBE, POI LA CATASTROFE
Qui infatti «la furia del terremoto si è sovrapposta alla distruzione di più di dieci anni di guerra, dando il colpo di grazia a molte strutture che erano già state devastate da mortai, bombardamenti e altro. Le persone che vengono quotidianamente assistite dai nostri frati, coordinati dal padre guardiano fratel Bahjat, sono circa 4mila, dislocate tra il Terra Santa College, che attualmente è il luogo dove viene ospitata la maggior parte degli sfollati, la parrocchia dei francescani e la struttura di Er-Ram».
AD ALEPPO 4MILA PASTI AL GIORNO
Anche a Latakia, aggiunge il francescano, «c’è stato un bisogno immediato di ospitare persone, accolte nelle sale parrocchiali. In tutte queste città non ci si limita a dare un tetto, ma bisogna anche cercare di provvedere al cibo: soprattutto ad Aleppo, in cui vengono distribuiti 4mila pasti al giorno». Per sostenere questo servizio, rivela ancora il padre custode, «sono in partenza per Aleppo alcuni frati».
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L’APERTURA DELLA CHIESA
Il delegato di Padre Patton in Terra Santa, Fra Bahjat Karakach, Guardiano e parroco ad Aleppo, spiega ad ofm.it: «Subito dopo il terremoto abbiamo annunciato che nella nostra chiesa avremmo accolto le persone e le avremmo riparate dal freddo e dalla pioggia, e così hanno fatto molte altre chiese».
CAMPANILI PERICOLANTI
Continua infatti Fr. Bahjat: «La nostra chiesa non è stata immune da danni poiché i due campanili hanno perso molto materiale, le macerie hanno riempito la strada ed il cortile. Affrontiamo anche il pericolo che gli edifici davanti alla chiesa crollino a causa delle crepe, e questo fa presagire grandi pericoli che dovremo affrontare in futuro».
2500 PERSONE IN 3 CONVENTI
Ad Aleppo, come già annunciato da Patton, le strutture cristiane sono in prima linea nell’aiuto agli sfollati: «Abbiamo tre conventi nella città - conclude Fra Bahjat - e tutti e tre accolgono gli sfollati secondo le loro capacità: nel nostro convento parrocchiale al centro della città, accogliamo circa 500 persone; nel collegio di Terra Santa, più in periferia, circa 2000, avendo spazi anche all’aperto, mentre la chiesa succursale ospita una cinquantina di persone. Serviamo tre pasti al giorno. Nessuno vuole tornare a casa, perché le persone hanno paura di altre scosse più forti. Le temperature continuano a scendere, anche sotto lo zero; perciò, ci assicuriamo di mantenere i luoghi caldi per i bambini».
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