Come riprendersi il futuro
Cassese è una sorta di riserva intellettuale della Repubblica
Sabino Cassese non è solo un giudice emerito della Corte costituzionale, né solo un ministro del governo di Carlo Azeglio Ciampi di quasi trent'anni fa, o un accademico e studioso del diritto che ha insegnato in alcune delle più influenti università in Europa e negli Stati Uniti. Con il passare degli anni, sempre più, Cassese è soprattutto una sorta di riserva intellettuale della Repubblica: una figura, ormai rara, alla quale il lettore dei suoi libri e dei suoi editoriali sul «Corriere» o il pubblico delle sue conferenze può rivolgersi per avere un po' del sollievo che viene dal rimettere ordine del caos, dal distinguere un senso nell'enorme rumore di fondo o dal ricevere una lettura del momento nella sua profondità storica. Negli anni Cassese è diventato tutto questo, oltre a ciò che è per i molti mestieri che fa.
E da uomo vitale e acuto, anche nell' ultimo libro ( Una volta il futuro era migliore. Lezioni per invertire la rotta , Solferino Editore), mostra di conoscere la responsabilità del suo ruolo: in primo luogo nei confronti delle generazioni dei nati sessanta o settant' anni dopo di lui, ai quali sa parlare con un' efficacia che noi baby boomers cinquantenni o sessantenni non dimostriamo quasi mai.
Una volta il futuro era migliore è una riflessione sulla memoria unita alle aspettative e sul tenere unite l' una alle altre in un' epoca di cambiamento radicale delle condizioni materiali e psicologiche. L' autore ripercorre le trasformazioni alle quali un uomo come lui ha assistito nella vita: dal transatlantico che lo portò per la prima volta negli Stati Uniti in sei giorni e sei notti, alle ricerche bibliografiche i cui tempi si sono accorciati da vari giorni a pochi minuti, al ridursi di dieci volte del numero degli iscritti ai partiti politici italiani dagli anni Cinquanta a oggi.
Si chiede Cassese, dopo aver presentato le «luci» e le «ombre»: «Cosa ho cercato di spiegare finora? Che adesso si sta meglio di prima. Che si prepara, però, un futuro peggiore, nel quale siamo già entrati. Che, insomma, stiamo meglio, ma stiamo anche peggio». E non è solo un capriccio dei giovani, spesso accusati di non saper apprezzare i progressi nella sicurezza materiale degli ultimi decenni. È soprattutto l' effetto di quell' enorme forza immateriale che sono le aspettative.
«Forse una volta si stava peggio, ma il futuro era migliore; ora meglio, ma con un futuro peggiore; oppure ora si sta meglio, ma sono anche aumentate le aspettative, e si ha quindi l' impressione di star peggio».
Non è solo un argomento astratto, quello di Cassese. Da studioso e protagonista delle istituzioni, la sua discussione è calata nella realtà delle scelte personali e politiche necessarie - anche, ma non solo in Italia - per tornare ad avere un «futuro migliore»... (Corriere della Sera)
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