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Bergoglio e Draghi, sintonia e dialogo

Massimo Milone Vatican Media
Pubblicato il 01-05-2021

È la fotografia del primo incontro in occasione dell’anno giudiziario Vaticano

Papa Francesco, icona planetaria della vulnerabilità dell’uomo di fronte alla pandemia e testimone dell’affidamento totale a Cristo ai piedi della Croce. Mario Draghi, icona italiana di autorevolezza e competenza internazionale, alle prese con la difficile ricostruzione economica e sociale di un paese smarrito e sospeso. A lato, Marta Cartabia, rigorosa custode di una Giustizia che, al di là di impellenti riforme tecniche, necessita di un forte recupero di eticità e credibilità. È la fotografia del primo incontro tra il Papa argentino ed il Premier italiano, in occasione dell’anno giudiziario Vaticano. Solo un saluto istituzionale. La visita ufficiale prossimamente.

Papa Francesco ha ringraziato Draghi per la sua presenza, il Premier in precedenza aveva partecipato alla messa presieduta dal Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, e si era immerso nella magia della Cappella Sistina. Tutto all’insegna di un protocollo rigoroso, ma l’incontro, per il momento storico che vivono la Santa Sede (alle prese con una corposa rivoluzione delle sue strutture, voluta da papa Francesco) e l’Italia (Paese che affronta una complessa operazione di ricostruzione) non può non generare visioni positive per il futuro. Non è un mistero che il Presidente del Consiglio sia un cattolico. Studi liceali dai Gesuiti al Massimo di Roma. Dirà di loro: “ Mi hanno insegnato il rigore”. Ed è forse, tra le righe del discorso del Papa, ai vertici del Tribunale Vaticano, la conferma della sintonia di un rapporto tra soggetti, con ruoli e responsabilità diversi, che vogliono dialogare nel segno del servizio al Bene Comune.

Rivolgendosi ai giudici del Tribunale, il Papa ha, tra l’altro, detto: “Vi esorto a riflettere sul fatto che svolgendo, giorno per giorno, il vostro lavoro nascosto e paziente, voi offrite un prezioso contributo affinché la Chiesa, in questo piccolissimo Stato della Città del Vaticano, possa dare il buono esempio di ciò che insegna nel suo magistero sociale. Invito dunque quanti sono chiamati ad operare per la causa della giustizia – eminente virtù cardinale – a non temere di perdere tempo dedicandone in abbondanza alla preghiera…”. È il programma, da sempre, della Chiesa. È il Magistero, da otto anni, di papa Francesco. È la coerenza tra pensiero, azione, Vangelo. Dirà ancora papa Francesco: “Siamo chiamati a testimoniare, concretamente in modo credibile, nei rispettivi ruoli e compiti, l’immenso patrimonio di valori, che caratterizza la missione della Chiesa il suo essere “sale e luce” nella società e nella comunità internazionale soprattutto nei momenti di crisi come quello attuale”.

Nel suo discorso di insediamento, Draghi citò il Papa. All’indomani della nomina di Draghi all’Accademia Pontificia di Scienze Sociali, Civiltà Cattolica scrisse: “È stato protagonista di una delle fasi più complesse della storia recente d’Europa. Il suo servizio come presidente della BCE è stato decisivo per salvare l’unione economica e monetaria, e grazie al suo contributo si presenta, oggi, la straordinaria opportunità di completarla”. Il dialogo continua…

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