La Chisa, come corpo di Cristo
Era molto importante per i Corinti avere
un'esatta conoscenza del mistero di Cristo
e della Chiesa: essi infatti, appartenendo
alla cultura greca del tempo, in fase di disfacimento
rispetto a quella classica, avevano
una mentalità estremamente individualistica
incapace di intendere le relazioni sociali in
chiave di comunione o di comunitarietà. Per
questo motivo Paolo, nel presentare ai Corinti
il mistero della Chiesa, utilizza un'immagine
estremamente usata ai suoi tempi,
presa a prestito dalla fi losofi a stoica.
È celebre,
a riguardo, l'apologo di Menenio Agrippa,
console di Roma nel 503 a.C. il quale
fu mediatore nella grande lotta fra patrizi e
plebei che minacciava l'unità dello Stato. Ai
plebei divenuti secessionisti sull'Aventino,
Menenio, abile nel saper trattare, raccontò
il seguente apologo: “Una volta le membra
umane, considerando il ventre ozioso, litigarono
con esso e si misero d'accordo affinché le mani
non portassero cibo alla bocca, e la bocca non lo
prendesse e i denti non lo afferrassero. Gli stessi arti
cominciarono ad indebolirsi.
Infatti il ventre non è
pigro, ma prende il cibo per poi distribuirlo a tutte
le membra del corpo. Così tutti i senatori e il popolo
quasi fossero un solo corpo, sono rafforzati nella
concordia e periscono nella discordia”. Un apologo
effi cace! Paolo riprende l'immagine e se
ne serve, sul piano teologico, per dipingere
in maniera plastica il mistero della Chiesa:
“Come il corpo, pur essendo uno, ha molte membra,
e tutte le membra, pur essendo molte, sono un
corpo solo, così anche Cristo [...]. Ora voi siete
corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua
parte”. L'apostolo ritornerà spesso su questa
metafora per illustrare l'unione di Cristo con
la Chiesa e di questa con Cristo (cf. Rom
12,4-5; Ef 1,22-23; 5,23; Col 1,18-24).
La
Chiesa è dunque prima di tutto Corpo di
Cristo. L'apostolo deve averlo intuito già
fi n dall'incontro con Cristo sulla via di Damasco.
Allora Gesù gli aveva detto: “Saulo,
Saulo, perché mi perseguiti? [...] Io sono Colui che
tu perseguiti” (Atti 9,5; 22,6; 26,15). In realtà
Paolo stava mettendo in atto una feroce
persecuzione non contro Gesù, ma contro
coloro che, avendo creduto nella Signoria
del Risorto, erano divenuti ecclesìa, Chiesa.
Paolo perseguitava la Chiesa, eppure Gesù
gli aveva detto: “perché mi perseguiti?”.
Già da
allora l'apostolo aveva compreso l'inseparabile
unità tra Cristo e il corpo della Chiesa.
Da questa chiara visione di Chiesa Paolo trae
alcune conseguenze importanti:
• ogni cristiano può e deve fare la sua parte in
perfetta armonia con gli altri. L'essere Chiesa
non supporta battitori liberi;
• su questo concetto si basa la celebrazione
dell'Eucaristia (1Cor 10,16-17), mediante la
quale i cristiani entrano in comunione con il
Signore e costituiscono con Lui un solo corpo;
• come uno solo è il pane spezzato così i cristiani
a loro volta sono plasmati nell'unico
corpo di Cristo e sono messi nella condizione
di vivere nel e del suo amore;
• la Chiesa, unione dei cristiani con Cristo
attraverso l'Eucaristia, è chiamata ad essere
segno dell'unità di tutti i popoli e della creazione
stessa, dentro una visione cosmica che
Paolo svilupperà in Rom 8, 19-27.
Risulta quindi, volendo esplicitare fi no in
fondo il pensiero di Paolo, che chi pensa
secondo il famoso detto Cristo sì, Chiesa no,
non ha capito nulla né di Cristo, né tanto
meno del mistero della Chiesa e dell'Eucaristia,
la quale non è un momento celebrativo,
ma memoriale di ciò che siamo e di
ciò che saremo: Chiesa vivente in eterno
riunita nell'unità del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA