approfondimenti

La fase di “idolatria” materna

Emanuele D'Aniello
Pubblicato il 30-11--0001



Un'ultima fatica cui alcuni adolescenti sono chiamati a realizzare per essere se stessi è superare la fase di “idolatria” materna, che lo percepisce come bambino/a “Idolo”. Continua a vedere “bello il mio tesoro”, a dire “che campione”, “che forte”, “ti adoro”, anche nell'adolescenza. La persona in questa situazione è stata adorata, ma non amata, non ha potuto capire bene “chi era in realtà” poiché i famigliari, identifi candosi con lui, o rispecchiandolo teneramente, lo hanno aiutato ad imparare ad utilizzare l'idolatria della madre. L'esito infausto di queste relazioni è che si crea un falso sé nel giovane. I famigliari non avendo un'equilibrata relazione si lasciano coinvolgere da questa “religione”, seguendo il delirio materno. In genere il padre è assente da forma di idolatra perché se la madre è idolatra vuol dire che non è in buoni rapporti con il padre e lo ha messo fuori dalla relazione con l'infante idolo che adora in modo esclusivo e solitario. La situazione descritta può aver luogo quando la coppia, che è in grossa diffi coltà, cerca di avere un fi glio/a per salvare il loro rapporto in crisi, strumentalizzando poi però i fi gli. Essere stato l'idolo della madre è un ingombrante problema durante la metamorfosi adolescenziale perché comporta di confrontarsi con un sentimento diffi cile da governare: la nostalgia. Di fronte alle inevitabili diffi - coltà nell'inserimento nella società, l'adolescente può sentirsi non capito e quindi sostanzialmente di essere rifi utato nella propria autenticità affettiva. In questo stato la persona può riattivare il ricordo della relazione con la madre perché essere idolatrati è imbarazzante e richiede molteplici responsabilità, ma in mancanza d'amore e di calore è un'ottima gratifi cazione vicaria. L'adolescente, per uscire dall'idolatria, deve affrontare una diffi cile battaglia: quella di non lasciarsi tentare dalla nostalgia dell'esperienza vissuta. È un lutto complesso da elaborare in quanto crea coscienze superinvestite da un Sé eccezionale. La via d'uscita è esporsi all'eventualità probabile: fare da bersaglio alle frecciate dei coetanei, “sei una femminuccia” o “che maschiaccio sei”. I coetanei con questo tipo di adolescenti hanno dei conti apertissimi da saldare, li scovano facilmente, si accaniscono nel tentativo di aiutarli a mettersi in salvo, usando però dei sistemi piuttosto rudi, soprattutto se commisurati alla delicatezza d'animo dell'ex idolo.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA