Lettera di Greccio
[572] Al reverendo padre in Cristo, frate Crescenzio, per grazia di Dio ministro generale, frate Leone, frate Rufino e frate Angelo, che in passato furono compagni, senza esserne meritevoli, del beato padre Francesco, esprimono la loro doverosa e devota riverenza nel Signore.
[573] Poiché, per disposizione del capitolo generale testé celebrato e vostra, i frati sono tenuti a comunicare alla paternità vostra i miracoli e i prodigi del beatissimo padre Francesco che essi conoscono o che possono reperire,
[574] noi, che siamo vissuti più a lungo insieme con lui, benché non ne fossimo degni, abbiamo ritenuto opportuno di presentare alla santità vostra, guida la verità, alcune tra le molte gesta di lui che abbiamo visto di persona o di cui abbiamo attinto notizie da altri santi frati: e specialmente da frate Filippo, visitatore delle povere signore, frate Illuminato dell’Arce, frate Masseo da Marignano e frate Giovanni, compagno del venerabile padre frate Egidio, che raccolse molte di queste informazioni sia da frate Egidio stesso che da frate Bernardo, di santa memoria, primo compagno del beato Francesco.
[575] Non ci accontentiamo però di narrare solo dei miracoli, i quali manifestano ma non fanno la santità; nostro intento è anche di mostrare alcuni aspetti salienti della sua santa vita e la benevola intenzione della volontà divina, a lode e gloria del sommo Dio e del santissimo padre Francesco, e a edificazione di quanti vogliono seguire le sue orme.
[576] Queste cose, tuttavia, non le scriviamo in forma di «leggenda», dal momento che della sua vita e dei miracoli che Dio ha compiuto per mezzo di lui sono già state redatte delle «leggende»; bensì abbiamo colto, come da un prato ridente, un mazzo di fiori, quelli che a nostro parere sono i più belli, senza seguire una narrazione storica continua, ma tralasciando di proposito molti fatti, già inclusi in modo veridico ed elegante nelle leggende su ricordate. In esse voi potrete far inserire queste poche cose scritte da noi, se alla vostra discrezione sembrerà cosa giusta. Siamo invero persuasi che, se agli uomini venerabili che hanno composto le predette «leggende» fossero state note le presenti cose, non le avrebbero passate sotto silenzio senza, almeno in parte, abbellirle con il loro stile e tramandarle alla memoria dei posteri.
[577] Possa la santa paternità vostra stare sempre bene nel Signore Gesù Cristo; nel quale noi, vostri figli devoti, ci raccomandiamo alla santità vostra con umiltà e devozione.
Spedita dal luogo di Greccio, 11 agosto dell’anno del Signore 1246.