seconda redazione
Lettera a tutti i chierici sulla riverenza del corpo del Signore
[207] Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all’ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte, che santificano il corpo.
Sappiamo che non ci può essere il corpo, se prima non è santificato dalla parola.
Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente nel secolo presente dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti «da morte a vita».
[208] Tutti coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé, soprattutto chi li amministra senza discrezione, quanto siano vili i calici, i corporali e le tovaglie, dove si compie il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro. E da molti viene lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato in forma miseranda e ricevuto indegnamente e amministrato agli altri senza discrezione.
[209] Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate con i piedi, perché «l’uomo animale non comprende le cose di Dio».
Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si mette nelle nostre mani e noi lo tocchiamo e lo assumiamo ogni giorno con la nostra bocca? Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani?
Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci; e dovunque il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo sarà stato collocato e abbandonato in modo illecito, sia rimosso da quel luogo e posto e custodito in un luogo prezioso.
Ugualmente, dovunque i nomi e le parole scritte del Signore siano trovate in luoghi immondi, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso.
E sappiamo che tutte queste cose siamo tenuti ad osservarle, sopra ogni altra cosa, in forza dei precetti del Signore e delle costituzioni della santa madre Chiesa. E chi non farà questo, sappia che [dovrà] renderne «ragione» davanti al Signore nostro Gesù Cristo «nel giorno del giudizio».
Questo scritto, perché meglio lo si debba osservare,
sappiano di essere benedetti dal Signore Iddio,
quelli che l’avranno fatto ricopiare.