Carlo Acutis un quindicenne testimone del nostro tempo
Innamorato di Francesco
Tra i milioni di ammiratori che vanta san
Francesco d'Assisi, merita di essere segnalato
il giovane milanese Carlo Acutis,
morto a 15 anni l'11 ottobre del 2006,
a causa di una leucemia fulminante, del
quale è stato avviato nell'arcidiocesi di
Milano l'iter per l'apertura della Causa di
beatifi cazione.
Egli è ricordato da quanti
l'hanno conosciuto per l'entusiasmo con
cui trasmetteva agli altri il suo amore per
Dio e per il prossimo. A sette anni fece
la Prima Comunione e da allora, tutti i
giorni, non è mancato mai all'appuntamento
quotidiano con la Santa Messa,
l'Adorazione Eucaristica e il S. Rosario.
Il fulcro della spiritualità di Carlo è stato
l'incontro quotidiano con il Signore
nell'Eucaristia, che lui diceva «era Gesù
realmente presente nel mondo, come quando
al tempo degli Apostoli i discepoli potevano
vederlo in carne ed ossa camminare per le
strade di Gerusalemme». Carlo ripeteva
spesso: «L'Eucaristia è la mia autostrada per
il Cielo!». È questa la sintesi della sua spiritualità
e il centro di tutta la sua esistenza
trascorsa nell'amicizia con Dio e nella
sequela del Poverello di Assisi, per la sua
vita semplice e umile e per la dedizione
al prossimo.
Carlo era infatti molto legato
a san Francesco: i genitori avevano
acquistato una casa nel cuore di Assisi
poco discosta dalla chiesetta di Santo
Stefano, dove si recavano spesso durante
l'anno col fi glio, e nella città del Santo
Serafi co Carlo, soprattutto assieme alla
madre, trascorreva pressoché tutta l'estate, recandosi ogni mattina a Messa presso
la Tomba del Santo.
Alcuni giorni prima
che Carlo venisse ricoverato in ospedale,
quando nessuno sospettava che avesse la
leucemia che in pochi giorni lo portò alla
tomba, disse ai genitori: «Offro tutte le
sofferenze, che dovrò patire, al Signore
per il Papa e per la Chiesa, per non fare
il Purgatorio ed andare dritto in Cielo».
L'eroicità con cui ha affrontato la malattia
e la morte hanno convinto tante
persone che veramente in lui c'era qualcosa
di speciale.
Quando il dottore che lo
seguiva gli ha chiesto se soffrisse molto,
Carlo gli ha risposto: «C'è gente che soffre
molto più di me!». La sua salma è stata
vegliata da un continuo pellegrinaggio.
Al suo funerale ha partecipato una folla
immensa tanto che in molti sono dovuti
restare fuori della Chiesa. Carlo riposa ad
Assisi, nel cimitero nuovo, nella tomba a
terra n. 73. Molti giovani soprattutto dal
Nord Italia si recano sulla sua tomba.
Le
continue testimonianze, lettere, racconti,
che arrivano alla postulatrice della Causa
di Beatifi cazione, la dott.ssa Francesca
Consolini, nominata dalla Curia milanese,
raccontano di un giovane straordinario,
baciato dalla grazia, tanto che l'arcidiocesi
di Milano ha pensato di proporlo
come modello per i giovani e di avviare
l'iter in vista dell'introduzione della Causa
di beatifi cazione che, come noto, può
avvenire a 5 anni dalla morte.
Risulta,
infatti, che sono tanti quelli si rivolgono
all'intercessione e all'aiuto di Carlo.
Dalle testimonianze raccolte a partire da
pochi giorni dopo la sua morte, si scopre
che Carlo era completamente dedicato al
bene delle persone che incontrava. Aiutava
tutti: extracomunitari, mendicanti, disabili,
anziani, bambini. Si preoccupava
dei suoi amici i cui genitori si stavano separando
e li invitava a casa sua per sostenerli;
in classe prendeva sempre le difese
di coloro che avevano più diffi coltà ad
integrarsi.
In più di un'occasione difese
i disabili che venivano presi in giro dai
ragazzi. Con grande coraggio difendeva
i valori cristiani anche se questo a volte
gli causava delle incomprensioni. Il suo
professore di religione del liceo ricorda
che in una discussione in classe Carlo fu
l'unico ad opporsi all'aborto.
Aveva una
grande considerazione di tutte le persone
e si preoccupava di come tanti sciupassero
i talenti che Dio aveva loro donato.
In più di una occasione affermò: «Tutti
nascono con una propria originalità, ma molti
muoiono come fotocopie». Questa intensa
spiritualità non gli impediva di avere una
vita normale comune a quella dei suoi
coetanei. Tutti restavano meravigliati
dalla sua capacità di capire i segreti che
l'informatica nasconde e che sono normalmente
accessibili solo a coloro che
hanno compiuto degli studi universitari
specialistici.
Gli interessi di Carlo spaziavano
dalla programmazione dei computer,
al montaggio dei fi lm, alla creazione
dei siti web, ai giornalini di cui egli curava
anche la redazione e l'impaginazione.
Nicola Gori, redattore de L'Osservatore
Romano, ha pubblicato la biografi a di
Carlo Acutis nel libro “Eucaristia – la mia
autostrada per il cielo” (Edizioni San Paolo,
160 pp., 14 euro).
Il volume, che reca
la prefazione di S.E. Dom Michelangelo
M. Tiribilli, osb, abate generale dei benedettini
di Monte Oliveto, è pubblicato
nella collana “Testimoni del nostro tempo”.
Esauritosi in poche settimane, è già alla
quarta ristampa.
a cura di Giovanni Peduto
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA