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Carlo Acutis un quindicenne testimone del nostro tempo

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Innamorato di Francesco

Tra i milioni di ammiratori che vanta san Francesco d'Assisi, merita di essere segnalato il giovane milanese Carlo Acutis, morto a 15 anni l'11 ottobre del 2006, a causa di una leucemia fulminante, del quale è stato avviato nell'arcidiocesi di Milano l'iter per l'apertura della Causa di beatifi cazione.
Egli è ricordato da quanti l'hanno conosciuto per l'entusiasmo con cui trasmetteva agli altri il suo amore per Dio e per il prossimo. A sette anni fece la Prima Comunione e da allora, tutti i giorni, non è mancato mai all'appuntamento quotidiano con la Santa Messa, l'Adorazione Eucaristica e il S. Rosario.
Il fulcro della spiritualità di Carlo è stato l'incontro quotidiano con il Signore nell'Eucaristia, che lui diceva «era Gesù realmente presente nel mondo, come quando al tempo degli Apostoli i discepoli potevano vederlo in carne ed ossa camminare per le strade di Gerusalemme». Carlo ripeteva spesso: «L'Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!». È questa la sintesi della sua spiritualità e il centro di tutta la sua esistenza trascorsa nell'amicizia con Dio e nella sequela del Poverello di Assisi, per la sua vita semplice e umile e per la dedizione al prossimo.
Carlo era infatti molto legato a san Francesco: i genitori avevano acquistato una casa nel cuore di Assisi poco discosta dalla chiesetta di Santo Stefano, dove si recavano spesso durante l'anno col fi glio, e nella città del Santo Serafi co Carlo, soprattutto assieme alla madre, trascorreva pressoché tutta l'estate, recandosi ogni mattina a Messa presso la Tomba del Santo.
Alcuni giorni prima che Carlo venisse ricoverato in ospedale, quando nessuno sospettava che avesse la leucemia che in pochi giorni lo portò alla tomba, disse ai genitori: «Offro tutte le sofferenze, che dovrò patire, al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio ed andare dritto in Cielo». L'eroicità con cui ha affrontato la malattia e la morte hanno convinto tante persone che veramente in lui c'era qualcosa di speciale.
Quando il dottore che lo seguiva gli ha chiesto se soffrisse molto, Carlo gli ha risposto: «C'è gente che soffre molto più di me!». La sua salma è stata vegliata da un continuo pellegrinaggio. Al suo funerale ha partecipato una folla immensa tanto che in molti sono dovuti restare fuori della Chiesa. Carlo riposa ad Assisi, nel cimitero nuovo, nella tomba a terra n. 73. Molti giovani soprattutto dal Nord Italia si recano sulla sua tomba.
Le continue testimonianze, lettere, racconti, che arrivano alla postulatrice della Causa di Beatifi cazione, la dott.ssa Francesca Consolini, nominata dalla Curia milanese, raccontano di un giovane straordinario, baciato dalla grazia, tanto che l'arcidiocesi di Milano ha pensato di proporlo come modello per i giovani e di avviare l'iter in vista dell'introduzione della Causa di beatifi cazione che, come noto, può avvenire a 5 anni dalla morte.
Risulta, infatti, che sono tanti quelli si rivolgono all'intercessione e all'aiuto di Carlo. Dalle testimonianze raccolte a partire da pochi giorni dopo la sua morte, si scopre che Carlo era completamente dedicato al bene delle persone che incontrava. Aiutava tutti: extracomunitari, mendicanti, disabili, anziani, bambini. Si preoccupava dei suoi amici i cui genitori si stavano separando e li invitava a casa sua per sostenerli; in classe prendeva sempre le difese di coloro che avevano più diffi coltà ad integrarsi.
In più di un'occasione difese i disabili che venivano presi in giro dai ragazzi. Con grande coraggio difendeva i valori cristiani anche se questo a volte gli causava delle incomprensioni. Il suo professore di religione del liceo ricorda che in una discussione in classe Carlo fu l'unico ad opporsi all'aborto.
Aveva una grande considerazione di tutte le persone e si preoccupava di come tanti sciupassero i talenti che Dio aveva loro donato. In più di una occasione affermò: «Tutti nascono con una propria originalità, ma molti muoiono come fotocopie». Questa intensa spiritualità non gli impediva di avere una vita normale comune a quella dei suoi coetanei. Tutti restavano meravigliati dalla sua capacità di capire i segreti che l'informatica nasconde e che sono normalmente accessibili solo a coloro che hanno compiuto degli studi universitari specialistici.
Gli interessi di Carlo spaziavano dalla programmazione dei computer, al montaggio dei fi lm, alla creazione dei siti web, ai giornalini di cui egli curava anche la redazione e l'impaginazione. Nicola Gori, redattore de L'Osservatore Romano, ha pubblicato la biografi a di Carlo Acutis nel libro “Eucaristia – la mia autostrada per il cielo” (Edizioni San Paolo, 160 pp., 14 euro).
Il volume, che reca la prefazione di S.E. Dom Michelangelo M. Tiribilli, osb, abate generale dei benedettini di Monte Oliveto, è pubblicato nella collana “Testimoni del nostro tempo”. Esauritosi in poche settimane, è già alla quarta ristampa.

a cura di Giovanni Peduto

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