#FERMATEVI
Appello dei frati del Sacro Convento di Assisi
Dopo l’ennesimo coinvolgimento di civili, di bambini, di donne, vittime di questa folle guerra in Ucraina, si sentono di nuovo voci che cercano di rivestire di correttezza tali efferatezze adducendo ragioni, giustificazioni, motivi, che vogliono portare a farci credere che in realtà tutto ciò è inevitabile, in qualche modo ineluttabile e che anzi è il cammino obbligato verso la pace e il ristabilimento dell’ordine e della civiltà.
Ma questa è una menzogna: il male non genera il bene, al contrario taglia le gambe a ogni forma di giustizia. Moltiplica all’ennesima potenza la sua potenza mortifera, distrugge la civiltà, spegne l’umanità, annienta gli slanci di bene, di collaborazione: è davvero il suicidio degli uni che si realizza attraverso l’uccisione degli altri.
San Francesco d'Assisi ci ricorda e ci insegna però che è possibile tornare sui propri passi, è possibile invertire la rotta, è sempre possibile riconoscere che le persone (ogni persona e tutte le persone) hanno più valore di ogni altra cosa, di ogni idea, di ogni progetto. Se tu, io, noi crediamo questo e compiamo gesti che affermano concretamente che non c’è niente di più sacro e inviolabile del volto e della vita di una persona, allora varrà anche per te, per me, per noi, quello che afferma il profeta Isaia:
“Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono” (Is 52,8-11).
Nel nome di Dio #Fermatevi
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