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Vita Consacrata, Gesù al Tempio. L'affresco della Basilica Inferiore San Francesco

Redazione Archivio Fotografico Sacro Convento - Panini
Pubblicato il 02-02-2018

Nel Vangelo di Luca si racconta che quando Maria e Giuseppe si recarono con il Bambino al Tempio, per offrire una coppia di colombi secondo la Legge mosaica, vi incontrarono un uomo di nome Simeone, che prese il bimbo in braccio, e una donna anziana di nome Anna, che ne profetizzò il futuro. Insieme ai protagonisti del racconto, Giotto coinvolse altri otto personaggi anonimi, che non hanno altro compito se non quello di amplificare la monumentalità del dipinto, come i coristi di un coro.


La rappresentazione dell'architettura dipinta è rigorosamente costruita come una prospettiva frontale, con le linee dei piani ortogonali che convergono verso il razzo centrico, coincidente con l'arca sacra al centro della tribuna absidale. È questa la rappresentazione prospettica più coerente dell'intera pittura medievale, prima dell'invenzione della prospettiva scientifica dovuta a Filippo Brunelleschi nel secolo XV.



Nella navata superiore, il Maestro della Cattura ambientò la Presentazione al Tempio davanti a un altare coperto da un ciborio. Nella chiesa inferiore Giotto ambientò la storia all'interno di una chiesa gotica a tre navate, secondo il modello delle chiese nordiche a sala. L'invenzione di sovrapporre un pilastro alla figura di san Giuseppe scrive la parola fine su una visione gerarchica dell'arte cristiana, che risale ai tempi delle origini con l'imperatore Costantino.



La scelta di disporre i personaggi per linee diagonali, anziché come un fregio classico per linee parallele, accresce la profondità dello spazio dipinto, fino all'accelerazione verso il fondo nel vuoto al centro della composizione.

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