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Paglia: 'Draghi metta il mercato al servizio dei giovani'

Domenico Agasso Ansa - Ciro Fusco
Pubblicato il 02-03-2021

Oggi l'evento per la ricorrenza di Patti Lateranensi e Accordo modifica Concordato

Il governo Draghi «ponga il mercato al servizio della società, a partire dai giovani», e non viceversa. «Non possiamo sovraccaricare di debiti le nuove generazioni, che già adesso se possono lasciano il nostro Paese. Solidarietà e sussidiarietà sono le parole chiave». La fiducia del Papa, del Vaticano e della Chiesa nel nuovo Premier - «che ha bisogno dell' aiuto di Dio» - sono a livelli massimi. E il credito delle Sacre Stanze è aperto anche per la variegata maggioranza: «Le forze politiche restino unite fino a fine legislatura». Sono gli appelli che, nel giorno del vertice bilaterale Italia-Santa Sede, lancia monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e, al di qua del Tevere, presidente della Commissione assistenza anziani.

Eccellenza, il Vaticano come si porrà oggi con Draghi?

«Solo pochi mesi fa il Papa lo ha nominato nella Pontificia Accademia per le Scienze sociali. Queste nomine mostrano una stima particolare da parte dello stesso Pontefice oltre che della Segreteria di Stato. Peraltro è nota la sua pratica religiosa: non sbandierata e vissuta con semplicità e convinzione. È inoltre nota la sua competenza e autorevolezza internazionale. E mi lasci dire: Draghi ha bisogno dell' aiuto di Dio e della preghiera per l' arduo compito che ha di portare l' Italia in una nuova stagione».

Anche secondo Lei questo governo è un'«accozzaglia»? Riusciranno a convivere Salvini e Zingaretti?

«Il governo perfetto non esiste. Questo esecutivo deve determinare aspetti di lungo periodo, perciò dobbiamo augurarci che giunga fino alla fine della legislatura. E riterrei saggio che tutte le realtà politiche ed economiche del Paese comprendano e sostengano responsabilmente questa prospettiva».

E il tema migranti? Al Viminale il sottosegretario leghista dei decreti sicurezza, Molteni, può convivere con il ministro Lamorgese che li ha archiviati?

«La questione migrazioni è per noi duplice. Dovremmo preoccuparci anche dei nostri giovani che emigrano all' estero. E per quelli che arrivano non dobbiamo essere miopi o, peggio, sfruttare la paura. Il fenomeno immigratorio va governato e non abbandonato. L' esperienza dei corridoi umanitari è un valido esempio da cui imparare. Aprendo gli occhi sul patrimonio economico e generazionale che rappresentano gli immigrati».

La pandemia sarà il grande argomento dell' incontro di oggi. Dal punto di vista sanitario, dopo il cambio di commissario Arcuri-Figliuolo, qual è l' aspetto più urgente oltre ai vaccini?

«Salute mentale e fisica vanno assieme. Quante forme d' ansia, di solitudine, di depressione rendono amara la vita di tanti! La salute è un bene pubblico che dipende da una molteplicità di fattori determinanti, che toccano l' ambiente, l' economia, i sistemi sociali e di organizzazione sanitaria: in sostanza parliamo di un modello di sviluppo su scala globale che deve essere delineato».

Quali le priorità?

«Il mercato deve essere posto al servizio della società, a partire dall' attenzione alle nuove generazioni: va lasciato loro in eredità un Paese con possibilità di vita più degna e non sovraccaricarle di debiti, partendo dalla cura degli aspetti educativi. Va inoltre adeguatamente sostenuta la società nelle sue reti di solidarietà, come ha rilevato anche la Corte Costituzionale (sentenza 131) sulla "sussidiarietà orizzontale". È vanno ripresi in mano i grandi temi dell' occupazione, degli investimenti, del lavoro».

Che cosa si aspetta sui temi etici? Quali misure in particolare?

«Nessuno deve mai essere abbandonato e lasciato solo, qualunque sia la sua età e la condizione in cui si trova. Troppi dibattiti si fermano al piano dell' ideologia senza un effettivo prendersi cura di chi ha bisogno. Per esempio, per quel che riguarda le cure palliative, nonostante buone indicazioni legislative, la pratica è tuttora ampiamente disattesa».

Ci sono novità in vista sul tema anziani?

«Sono rimasto colpito dall' affermazione di Draghi sulla necessità di spostare il baricentro sull' assistenza domiciliare. È il fulcro della riforma proposta dalla Commissione. Tra non molto presenteremo alcune prospettive concrete che riguardano circa un milione di anziani (non autosufficienti e parzialmente tali) da assistere nel loro ambiente dove vivono da sempre. Si tratta di una riforma che richiede un cambio di paradigma per una nuova società del futuro, con un nuovo rapporto tra generazioni. Ce lo impongono gli oltre 95mila morti, nella maggioranza ultrasettantacinquenni, in gran parte deceduti negli istituti per anziani». (La Stampa)

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