Nessun Dorma, ecco Roma70art
L'iniziativa di un’associazione di promozione sociale, operativa da ormai dieci anni
Siamo cresciuti con l’idea che per vedere un bel quadro bisognasse entrare in un museo. Col tempo ci siamo accorti che si poteva andare in una qualsiasi città, girare per strada, trovare delle opere straordinarie sui muri, e contribuire a renderle virali dopo averle immortalate e condivise sui social. Siamo a Roma, nel quartiere Roma 70, un’area a sud della Capitale. Chi passa da qui – dotato di smartphone o macchina fotografica – ondeggia e si accosta davanti ai tre murales fatti realizzare da “Nessun Dorma”, un’associazione di promozione sociale, operativa da ormai dieci anni. «Il nome è ispirato da una retorica molto semplice per il nostro quartiere, definito dormitorio – come tanti altri – poiché sprovvisto di spazi di aggregazione» ci dice Giorgio Patacchioni, socio della realtà associativa.
Giorgio, come nasce “Nessun Dorma”?
«L’associazione ha preso forma nel 2010, dopo l’organizzazione di un concerto ospitato nello scarico merci del mercato rionale. Col tempo, però, travolti dall’entusiasmo, i progetti si sono moltiplicati spianando la strada anche a iniziative di solidarietà e a servizi assistenzialismo».
Il punto di forza, però, è “Roma70art”.
«Sì. Il progetto è figlio di un bando lanciato dal Municipio VIII, rivolto ad attività culturali, da noi vinto. Abbiamo così pensato alla realizzazione di murales, sparsi per il quartiere, supportati da Jerico – affermato street artist capitolino – nella veste di direttore artistico dell’iniziativa. Rispetto ai consueti interventi di arte urbana, sviluppate sulle facciate dei palazzi, le opere si estendono su dei muri più all’altezza di cittadino. Una scelta, questa, che permette loro di integrarsi meglio con il paesaggio, per poter così essere ammirate in maniera più semplice».
Ci racconti le opere?
«La prima è situata sulla via che rappresenta l’accesso al quartiere, ed è la rappresentazione della famosa foto del passaggio di borraccia tra Coppi e Bartali al Tour de France del 1952, reinterpretata dalle artiste Gaia e Virginia, come simbolo di solidarietà e sportività. La seconda opera, “La bagnante – O’ Principessa”, è una rivisitazione di un vecchio disegno di Jerico, trasformato dallo street artist Samuele in un omaggio alla principessa della "Turandot", dalla quale la nostra associazione prende il nome. Il terzo intervento, invece, racconta la storia più antica del quartiere e di Roma in generale. Con il suo disegno Stefano in arte Setter interpreta “Il vecchio e il nuovo’, ovvero la dicotomia fra antichità e cementificazione selvaggia. Il nostro quartiere, infatti, è situato su via di Grotta Perfetta, proprio sopra una grandissima Catacomba non ancora esplorata. Oltretutto, sparsi qua e là, sono presenti ruderi di antiche mura dell’Impero in netto contrasto con ciò che li circonda».
Qual è stata la reazione dei residenti?
«Non sapevano cosa aspettarci, lo ammetto, perché il nostro è un quartiere anziano, non abituato a questo genere di interventi. Invece, con immenso piacere, la reazione è stata positiva. Pur essendo in periodo di pandemia, tantissime persone si sono affacciate per portare, nella più bella logica di paese, qualcosa per assistere gli artisti».
Interventi simili innescano stimoli positivi.
«Sì. La missione dell’associazione è proprio questa. Non mi piace la retorica del degrado, ma tirare fuori dal nulla qualcosa di bello è gratificante perché un’area più colorata è più ospitale è».
Il progetto, però, non si limita soltanto ai murales.
«No, affatto. Inizialmente il progetto prevedeva anche una sorta di street parade musicale, che avrebbe inevitabilmente creato un momento di meravigliosa aggregazione. Per ovvi motivi, siamo stati costretti ad annullarla. Non siamo rimasti fermi, però, infatti abbiamo realizzato delle mappe con un percorso che si snoda sui luoghi più importanti di Roma 70».
Oltre a risuonare come un atto d’amore per il proprio quartiere, appare come una strada verso la bellezza spianata per le nuove generazioni.
«Proprio così. Essendo, il nostro, un quartiere molto povero di attività, l’associazione “Nessun Dorma” si prodiga – fin dal suo esordio – a essere sempre a disposizione del prossimo. Poter proporre qualcosa, sfogando così le proprie passioni, è un immenso atto d’amore. In fondo, è quello che tutti dovrebbero fare, per continuare a rendere migliore il presente, gettando solide basi per il futuro».
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