Maria dell’Annunciazione nelle opere dei grandi pittori
“Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”: con queste soavi parole un angelo dalle sembianze umane sconvolge la vita di una ragazza come tante. Maria di Nazaret, questo il nome della semplice ragazza. Prima dell’Annunciazione, la vita di Maria era destinata a seguire un percorso diverso, quello usuale di una ragazza della sua epoca. Era stata promessa in matrimonio, si preparava a trasferirsi nella casa del marito e a diventare moglie e madre.
La sua vita sembrava prevedibile, non molto diversa da quella di tutte le ragazze che la circondavano. Ma quell’ incontro le cambia la vita per sempre. Non solo a Lei, ma all’intera umanità. Poi è arrivato l’angelo del Signore ad annunciarle che sarebbe diventata madre del Salvatore e, allora, cambia tutto. La risposta di Maria è la chiave che rivela come dovremmo reagire quando Dio ci sciocca con un cambiamento di piani.
Molti artisti hanno voluto catturare quell’istante, quello sguardo deciso e sognante allo stesso tempo, lo sguardo di Maria. Quali furono i sentimenti della futura madre di Dio in quel momento? La scena viene ritratta fin dall’età delle catacombe romane: ad esempio in quella di Priscilla. Più avanti arriviamo al V secolo e troviamo una magnifica rappresentazione sull’arco trionfale nella basilica romana di Santa Maria Maggiore: Maria, vestita come una matrona romana tiene in mano un fuso col quale tesse il velo purpureo destinato al Tempio a cui - secondo il Protovangelo di Giacomo - era stata affidata). Come accade in ogni racconto biblico non è facile raffigurare due realtà così diverse: l’umano da una parte con Maria e il divino con l’Angelo Gabriele. C’ è chi descrive la scena come un soffio di vento, chi come un sogno, una finestra che si apre e un fascio di luce che illumina una stanza. Sicuramente lo scatto più bello rimane quello del Cielo in festa al “Si” di Maria.
C’è un particolare che accomuna tutte le opere dei maestri del colore che si sono addentrati nella scena del “sì” di Maria, un particolare che ci parla della stessa Vergine Maria: lo stato d’animo della “protagonista” del quadro - assieme all’angelo - ci viene rivelato grazie alla posizione delle mani. Proprio attraverso il gesto delle sue mani di fronte all’angelo, grazie all'atteggiamento delle sue braccia, riusciamo a intravedere il sentimento provato dalla Vergine davanti a simile misterioso annuncio.
E così troveremo in alcune opere le mani di Maria, rivolte col palmo verso l’esterno, che indicano l’iniziale turbamento; in altre, al contrario, le vediamo ripiegate sul petto: in questo caso, stanno ad esprimere il consenso, il famoso “fiat”. Questo motivo delle braccia incrociate, sul petto, quasi in atto di preghiera e accettazione, è espresso in maniera sublime - ad esempio - in Giotto, per poi divenire - quasi abituale - nelle varie raffigurazioni mistiche del Beato Angelico.
Ma anche la scenografia, il luogo, rappresenta per i pittori un “campo d’azione” non meno importante delle stesse figure coinvolte, l’angelo Gabriele e Maria. Infatti, con il susseguirsi dei secoli, la scenografia della scena ha subito cambiamenti, a seconda della sensibilità dell’artista pittorico: ad esempio, Jan van Eyck (prima metà del XV secolo) colloca l’episodio evangelico, all’interno di una chiesa gotica; mentre, Leonardo, in un meraviglioso giardino rinascimentale.
Innumerevoli artisti, di tutte le epoche hanno voluto immortalare questo fotogramma che rappresenta l’inizio di una umanità nuova, perché Maria accoglie il Verbo, accoglie l’Amore di Dio: Simone Martini, Filippo Lippi, Botticelli, Tintoretto, El Greco, Guido Reni, hanno raccontato uno dei misteri della fede più affascinanti, attraverso pagine di Storia dell’Arte espresse in in linee, colori, ombre e luci che non tramonteranno mai, così come il Messaggio dell’Angelo: “Rallegrati Maria”.
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