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La Passione, mostra di Fabio Capoccia all’Ara Coeli

Antonio Tarallo
Pubblicato il 06-04-2022

8 aprile inaugurazione nella basilica francescana

Nella maestosa e sublime cornice francescana della basilica romana dell’Ara Coeli sarà inaugurata l’8 aprile alle 17.30 la mostra - dal titolo “La Passione” - del poliedrico artista di origine soranese Fabio Capoccia, interprete autentico dell’arte contemporanea. Alla presenza del Cardinale Angelo Comastri, Vicario generale emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano, Arciprete emerito della Basilica di San Pietro in Vaticano e Presidente emerito della Fabbrica di San Pietro; e di Padre Massimo Cocci, Rettore della basilica; e della Professoressa Paola Lo Sciuto dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Fabio Capoccia nasce a Pitigliano, in provincia di Grosseto, classe 1986.

Consegue il diploma di laurea triennale in Lettere Moderne con una specializzazione in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Siena. Nel 2013 inizia a seguire icorsi di Dottorato in Italianistica presso l’Università La Sapienza di Roma. Per il Centro Universitario Cattolico cura un progetto di ricerca sul Concilio VaticanoII per poi, nel 2016, conseguire il Diploma di Archivistica presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica. È professore liceale di lettere. Tra le esposizioni personali più recenti quella dell’estate 2021 all’Hotel Terme di Saturnia. Nel mese di Giugno 2022 sarà allestita una personale di Capoccia a Capri in collaborazione con Amministrazione Comunale della Città di Capri e Università degli Studi di Siena.

L’esposizione d’arte contemporanea che sarà presentata al pubblico romano il prossimo venerdì, vedrà quattro opere poste “in dialogo” fra loro: La Crocifissione, La Deposizione, la Pietà e La Resurrezione. La Crocifissione è un dittico a olio di 370x250 cm; La Pietà dipinta con tecnica ad olio su tavola (185x125cm) è il secondo dei quattro cicli istoriati; La Deposizione (olio su tavola 250x185 cm) è un drappo purpureo intriso del sangue che il Cristo ha versato per la salvezza degli uomini e - in ultimo - La Resurrezione con la conseguente discesa al Limbo di Cristo, enorme dittico a olio di 370x250cm.

La grande opera, La Resurrezione, è dominata dalla figura di Cristo che si erge sullo sfondo decorato da un fitto intreccio parietale di mattoni e di archi a tutto sesto. Le guardie armate stilizzate in cromatismi vivaci sono cadute addormentate e in primo piano sono individuabili le loro armature con gli scudi decorati da vari simboli araldici: uno scorpione, un putto a cavallo, la scritta SPQR, due teschi. Il Cristo sostenendo la bandiera crociata e indossando le bende funebri poggia il piede sul sepolcro e si presenta alla condizione di Redentore-Risorto.

Colori e forme vibranti di Passione, mirabile e straordinaria opera quella di Capoccia che medita - quasi come in un Esercizio spirituale, questa volta però espresso nell’arte - sulla crocifissione di Cristo. il contrasto tra l’architettura della basilica romana (famosa per il suo Bambinello e per la bellezza artistica) e le opere pittoriche di Capoccia, conferiscono al tutto una sacralità contemporanea, un modo nuovo per poter entrare meglio nel periodo di Quaresima che si sta dirigendo verso il suo clou: la tre giorni della Settimana Santa.

L’inaugurazione dell’esposizione sarà - infatti - un preludio di colori alla settimana tanto attesa da tutti; sette giorni in cui si attende la Resurrezione di Cristo, esplosione di profonda e prorompente bellezza.

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