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La donna che a 104 anni ha scoperto il mare

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Quando Maria Bernacchi immerge i piedi in acqua ha un sussulto. L’onda arriva impetuosa e le avvolge le caviglie in maniera irruenta, lasciandola senza fiato. «Mi vuoi portar via?», chiede quasi spaventata. Il suo interlocutore, quello che aspettava di incontrare da 104 anni, è il mare, quello specchio blu che, fino a ieri, aveva visto solo in tv, in qualche film o in qualche documentario.  

Per l’occasione Maria ha comprato il suo primo costume. Lei, che dopo una vita passata a lavorare in fabbriche e stabilimenti tra Tradate e Milano, a quel mare non ci si è mai potuta nemmeno avvicinare. Almeno prima dell’incontro con Liliana - «la mia Lilli» come la chiama lei, guardandola come si guarda un angelo custode – sua badante da 5 anni e che, questa estate, ha investito parte dei suoi risparmi per portarla a Finale Ligure ed esaudire uno dei suoi tre desideri. «A vedere il Papa e cambiare casa ci penseremo in futuro», dice la signora classe 1912 con gli occhi luccicanti e proiettati all’orizzonte. Ieri alcuni ospiti dell’abbazia di Finalpia, dove Maria resterà fino alla fine del mese, e i bagnini dello stabilimento Serenval, erano tutti mobilitati per la grande occasione.  

 

«Mi hanno portato ad ammirarlo il 6 agosto scorso e lì mi sono accorta che quando dicevo “mare” non sapevo bene di cosa stessi parlando – racconta –. Vederlo è stata una soddisfazione, una gioia per il cuore, ma immergervi i piedi come ho fatto ora è stato stupefacente». Il cuore palpita e il cervello, in piena forma, le permette di percorrere il tragitto verso i bagni recitando poesie imparate 98 anni fa, come se le avesse studiate ieri. «Il segreto per vivere a lungo? Mangiare di tutto, lavorare sempre, avere tante amiche e cercare la tranquillità», rivela. L’importante, a quanto pare, è non farsi baciare da nessuno, così da evitare di prendere malattie. «Giusto mio marito Achille poteva – strizza l’occhio Maria –. Lui faceva il camionista e di posti ne ha visti. Anche il mare. Ora è il mio turno».  

 

Quando i suoi amici finalesi la portano sulla battigia e la aiutano ad alzarsi dalla carrozzina, quasi quasi Maria ci ripensa. Poi però taglia un nastro inaugurale e il sorriso torna a fare capolino sul suo volto. Pochi secondi, poi l’emozione prende il sopravvento: «Basta!», urla. Come prima volta, a quanto pare, è sufficiente. «Mi sento in paradiso – aggiunge –. Qui l’aria è buona, a Milano non si respira. Non vorrei andarmene più». E infatti, dopo una prima prenotazione di otto giorni, don Giovanni le ha permesso di restare in una delle camere dell’abbazia fino alla fine del mese. «Quando sono in città non esco mai – dice –. La mia casa è piccola e senza ascensore. Anche vedere la Stazione centrale per me è stata una novità: certo, non paragonabile al mare». Maria è originaria di Tradate: qui ha lavorato presso uno scatolificio, poi il trasferimento a Milano per amore e l’impiego presso una ditta di bottoni. «Non c’erano soldi per andare in vacanza: dopo il viaggio di nozze a Firenze non ci siamo più mossi – ricorda –. Poi ci sono state le due guerre, ma preferisco scacciare i brutti ricordi. Penso a crearmene di nuovi, e più belli». L’aperitivo a conclusione della giornata sarà uno di quelli: «E chi se la dimentica questa giornata? Ora che ho scoperto il mare, non vorrei lasciarlo più».  (LaStampa)

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