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Dalla Siria all’India è tempo di fermare i massacri. Fondamentale è la diplomazia, ma altrettanto centrale, per la pace, è il richiamo al valore della vita. Sempre. Questo è uno dei grandi dolori del nostro tempo. La vita che rischia di non valere nulla. Quella della gente comune , di ogni persona umana. Papa Francesco ce lo ricorda costantemente. Quando massacrano i cristiani, quando uccidono i musulmani. Quando gli interessi economici, come per la Sira, si intrecciano, in modo inquietante, a locali alchimie strategiche. Quando, con il terrorismo, le vittime, in vari paesi del mondo, ci ricordano che i carnefici compiono le stragi coprendosi con pseudo alibi ideologici, culturali, religiosi. La Chiesa di Francesco è così riferimento costante per Magistero ed opere.

L’articolato discorso al Corpo Diplomatico, ad inizio d’anno, di papa Francesco, una conferma. Aveva avuto un prologo con una Lectio Magistralis del Segretario di Stato card Pietro Parolin che, all’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Università lateranense, aveva tra l’altro detto: “La Santa Sede opera per sostenere e cogliere anche i segni più piccoli di concordia tra gli stati in vista del bene comune della famiglia umana.

E non è portatrice di istanze valide solo per i cattolici o anche per quanto professano un credo o una visione religiosa, ma sposa la causa dell’uomo dei suoi diritti e libertà e lo fa in modo consapevole”. Dialogo e pazienza, le “armi” della diplomazia vaticana. Con un obiettivo fondamentale.

Non spezzare mai il filo, anche sottile, costruito con l’altro. Le vicende diplomatiche di Cuba e Stati Uniti e l’apporto dato al negoziato tra governo colombiano e Le Farc vanno inserite in questo contesto. Situazioni storico culturali, certo, diverse, ma la conferma dell’indirizzo di un’azione diplomatica volta a consentire, non solo la soluzione politica locale, ma la garanzia di continuità per una convivenza pacifica tra le nazioni. Insomma, diplomazia a tutto campo per difendere sempre e ovunque le ragioni dell’uomo. (Massimo Milone - Direttore Rai Vaticano)