societa

L'ospitalità è anche una questione di gusto

Luca Gallesi Unsplash
Pubblicato il 21-05-2021

Un elogio del legame tra generosità e cibo

In tempi isolamento forzato e socialità repressa, può essere utile, oltre che piacevole, leggere un libro come Elogio dell' ospitalità, riflessioni sul cibo e sul significato della generosità (il Saggiatore, pagine 130, euro 16,00) di Priya Basil, una scrittrice indiana nata a Londra e cresciuta in Kenya, figlia e nipote di donne all' antica, che amavano cucinare per la propria famiglia e per rendere onore ai frequenti e numerosi ospiti. L' autrice accompagna il lettore in un mondo variegato, ricco di sapori, luci e popoli diversi tra loro e uniti dall' importanza attribuita da tutti costoro al principio dell' ospitalità, regolato da un codice di cortesia che la società occidentale, super-consumista e iper- accelerata, ha dimenticato da molto tempo. Il nostro sistema, accettato quasi supinamente anche da chi, come famiglia e scuola, dovrebbe assumere posizioni quantomeno critiche, è, infatti, ormai basato sulla convinzione che la vita di ognuno debba essere basata sul profitto, da raggiungere a qualunque costo e aumentare indefinitamente.

Assaporare il gusto della lentezza, apprezzare il piacere dell' offerta di cibo, accettare la fatica di passare ore ai fornelli per rallegrare i propri familiari rendono sicuramente più felice la nostra esistenza di quanto non possa fare una dimensione lavorativa sempre più invasiva e frenetica: un dovere impellente e inderogabile che sembra aver cancellato il gusto per il piacere, prerogativa ancora presente in culture e civiltà non occidentali, come quelle raccontate nel gustoso saggio. Tra le tante curiosità descritte, forse quelle che oggi ci colpiscono maggiormente sono le narrazioni dei più famosi banchetti della storia, in alcuni casi davvero esagerati, come quelli spesso crudeli di Eliogabalo; quelli sfarzosi del Rinascimento italiano, con grandi scultori impegnati a creare torte sontuose; o quelli di certi principati orientali, dove, in occasione di nozze importanti, venivano preparate centinaia di portate che costringevano a tavola migliaia di ospiti per intere settimane. Eccessi di epoche e popoli lontani, che però riecheggiano ancora oggi nell' esagerata abbondanza di certi pranzi nuziali che, soprattutto nei paesi mediterranei, sono forse l' ultima testimonianza di una cultura dell' ospitalità che va scomparendo. (Avvenire)

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