Flaminia Giovannelli, donne operatrici di pace per una cultura dell’incontro e del dialogo
Ha avuto luogo nei mesi scorsi a Bari in collaborazione con l’Azione cattolica della diocesi pugliese, un convegno dal titolo. “Donne operatrici di pace per una cultura dell’incontro e del dialogo”. Si è trattato di un approccio con le donne cristiane del Medio Oriente dove i cristiani fanno un lavoro di riconciliazione tra le parti e quindi l’ascolto di donne che, in contesti particolarmente difficili, sono impegnate nella costruzione di una convivenza sociale pacifica.
Un convegno organizzato dall’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, UMOFC7 WUCWO, (creata nel 1910, stimola le proprie organizzazioni ad aprirsi alla dimensione internazionale, collaborando con altre organizzazioni internazionali che si adoperano per il rispetto dei diritti della persona umana, soprattutto delle donne, incoraggiando il dialogo nell’ambito ecumenico e interreligioso e incentivando una formazione che renda le donne capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo, sensibilizzandole al rispetto delle diversità culturali. L’UMOFC, in inglese WUCWO, 100 organizzazioni, in 62 Paesi, conta circa cinque milioni di iscritte. Attualmente la presidente è Maria Giovanna Ruggeri. Al convegno partecipa la Dott.ssa Flaminia Giovanelli, Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace alla quale rivolgiamo qualche domanda sul convegno e sull’ UMOFC:
D. Dott.ssa Flaminia Giovanelli, Flaminia, ci puoi parlare dell‘incontro ?
R. L’incontro che si è tenuto a Bari è il secondo di questo genere ed era rivolto a dimostrare la solidarietà con le donne, questo l’universo femminile di questi Paesi, così contrastati dalla guerra e dalla povertà. Si inserisce in un momento nel quale le donne stanno veramente cercando di prendere la parola, di prendere iniziative, esasperate da questi anni di guerra, come madri di famiglia, come mogli, come donne che vogliono contribuire allo sviluppo della loro società . Qualche giorno fa, girava su you tube un video (Yael Deckelbaum, Prayer of the Mothers), con una preghiera delle donne ebree e palestinesi per la pace. Un messaggio molto bello. Io direi che questo incontro si inserisce in questo movimento, che bisogna far conoscere e del quale bisogna essere sempre più coscienti. Si è concluso dopo tre giorni, con una dichiarazione nella quale le donne hanno voluto dimostrare la solidarietà con le loro sorelle del Medio Oriente e riaffermare ancora un volta che tutti hanno il diritto di vivere una vita degna di una persona umana e ovunque nel mondo, nelle loro nazioni di origine e in tutte le fasi della loro vita. E chiedere che il dialogo con la comunità internazionale riesca a mettere fine ai conflitti. Tra l’altro le donne riunite a Bari si sono ripromesse di pregare l’una per l’altra e anche di fare pressione sui loro governi nazionali perché si lavori ad una soluzione dei conflitti e dei grandi problemi che affliggono questi Paesi e che, come vediamo tutti i giorni, creano quantità di persone che lasciano i loro Paesi e che poi approdano in Europa per cercare una vita migliore per lo più in Europa.
D. Flaminia, quale è stato il tuo contributo all’evento?
R. Ho avuto l’onore, anche la gioia di aprire questo incontro con una prolusione che si è tenuta presso l’Università di Bari. Ho cercato, forse in modo un po’ femminile, di elaborare questo mio intervento, prendendo spunto dall’episodio della candidatura a premio Nobel per la Pace, (notizia che ha avuto un largo seguito sulla stampa e sui mezzi di comunicazione) di una sig.ra greca, la Sig.ra Emilia Kamvisi, la nonna residente sull'isola di Lesbo, in Grecia. La sua foto insieme alle sue amiche Maritsa e Stratia, mentre è intenta a nutrire con un biberon un bimbo siriano, ha fatto il giro del mondo. Lei, una signora greca di origine turca, di famiglia cristiana, fuggita ed accolta in Grecia come profuga, riceve a sua volta questo piccolo profugo dalla Siria, di famiglia musulmana. Mi era sembrato che la signora Emilia fosse un po’ l’icona di quello che sta succedendo adesso sopratutto nel nostro mondo mediterraneo. Con questo suo modo affettuoso col bambino e con la madre del piccolo, legato alle esigenze primarie della vita, un mondo tutto femminile, c’è stato un inizio di conoscenza reciproca fra due persone e l’inizio di quello che potrebbe essere quel dialogo interreligioso che si fa nella vita di tutti i giorni. Io credo che tanti dei motivi di incomprensione reciproca siano dovuti al fatto che la vita non ci abbia dato il modo di conoscerci reciprocamente e quindi ci accorgiamo che, per quello che sono le esigenze fondamentali della vita, l’uomo e la donna sono tutti uguali.
D: io partecipai due anni fa ospite a un convegno organizzato da questa Associazione Internazionale di Donne Cattoliche assieme al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e ricordo la varietà dei Paesi rappresentati, la grande quantità dei progetti messi in atto e progettati, la motivazione delle associate. Desidero domandarti qualcosa in più su questa associazione e quali siano le prospettive di lavoro che avete con loro.
R: quello di due anni fa era il secondo convegno che organizzavamo con l’UMOFC, il primo riguardava la donna ed i diritti dell’uomo. Questo, prendeva di mira soprattutto una visione cristiana della donna sugli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile delle persone in tutto il pianeta. Quindi abbiamo cercato di istruirle su questo programma di sviluppo sostenibile della comunità internazionale, secondo fanno molte associazioni fortemente impegnate nel sociale. Attualmente, la Presidente è italiana, Giovanna Ruggeri, la precedente era americana e prima ancora c’era una messicana, la segretaria è argentina, ci sono poi molte vice presidenti in tutti Paesi, sopratutto in Africa, Nigeria, Ghana, Angola, e in Asia. Sui programmi futuri non saprei dire, a causa di questo nuovo organismo che si sta creando con la curia, ma è una Associazione che ha più di cento anni e come dicevamo molto numerosa, con più di quattro milioni di iscritte. Hanno avuto sempre a cuore il tema della pace e vedo che nonostante la diversità dei continenti e quindi la difficoltà di trovare una linea in comune, è una associazione molto viva.
Grazie, Flaminia e buon lavoro!
Intervista di Annamaria Puri Purini
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