Essere anziani è un dono di Dio
Il documento della Pontificia Accademia per la Vita
“Rendere le città abitabili” anche per gli anziani. E’ uno degli imperativi di cui occorre farsi carico per il futuro, secondo il documento della Pontificia Accademia per la Vita: “La vecchiaia: il nostro futuro. La condizione degli anziani dopo la pandemia”, diffuso oggi.“Il pianeta sta cambiando volto, ma le società – nelle loro articolazioni – debbono acquisirne una maggiore consapevolezza”, si legge nel testo, in cui si fa notare che “questa grande trasformazione demografica rappresenta una sfida culturale, antropologica ed economica”. “I dati ci dicono che la popolazione anziana cresce più velocemente nelle aree urbane rispetto a quelle rurali e che in esse la concentrazione di anziani è maggiore”, osserva la Pav. Fenomeno, questo, che “segnala, tra gli altri, un fattore di rilevante impatto, ossia la differenza dei rischi di mortalità, che tendono ad essere inferiori nelle aree urbane”.
“Contrariamente a quanto una visione stereotipata potrebbe far immaginare, a livello globale le città sono luoghi dove in media si vive di più”, si legge nel documento: “Gli anziani, dunque, sono numerosi, ma è indispensabile rendere le città abitabili anche per loro”. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2050 nel mondo ci saranno due miliardi di ultrasessantenni: dunque, una persona su cinque sarà anziana. Per questo “è essenziale rendere le nostre città luoghi inclusivi e accoglienti per gli anziani e, in generale, per tutte le forme di fragilità”. “La vecchiaia non è una malattia, è un privilegio!”, ha affermato Papa Francesco: ”Essere anziani – il commento del testo – è un dono di Dio e un’enorme risorsa, una conquista da salvaguardare con cura, anche quando la malattia si fa invalidante ed emergono necessità di assistenza integrata e di elevata qualità. Ed è innegabile che la pandemia abbia rinforzato in noi tutti la consapevolezza che la ‘ricchezza degli anni’ è un tesoro da valorizzare e proteggere”. (Agensir)
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